Appunti di viaggio dell’Alma Trieste post Chieti

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

JURASSIK…PARKS – Fase involutiva, una regressione che sembra unicamente figlia dell’equilibrio mentale da ritrovare. Jordan, da quando è arrivato a Trieste, ha bruciato le tappe dal punto di vista tecnico-tattico, si è messo a disposizione di coach Dalmasson per evolvere la propria pallacanestro in funzione anche della squadra. Si tratta ora di calibrare il tutto confezionando una prestazione scaccia-pensieri; da numero tre o numero quattro non importa, serve lo sblocco per ridare all’Alma quel fuoriclasse ammirato la scorsa stagione.

RIAPERTO IL REPARTO LUNGHI – Il “primario” Da Ros sale in cattedra per un master di pallacanestro. Una prestazione di straordinaria sostanza, con letture competenti e grande precisione. C’è poco da fare, il lungo atipico che sa metter palla per terra è un lusso che a Trieste aspettavamo da tempo. Dietro, la coppia di “dottorini” Pipitone-Simioni che irrobustiscono il reparto; devastante il primo per presenza in area pitturata a rimbalzo, preciso e di personalità il secondo partendo in quintetto. Se tutti contribuiscono alla causa, la squadra può veramente guardare al futuro con ottimismo.

BALD-ASSO – Per ora è una sensazione, condizionata da numeri impressionati (1° in A2 nel tiro da tre punti con il 66,7%) ma suffragata da prestazioni davanti agli occhi di tutti. La solidità con lui Lorenzo Baldasso esplicita l’uscita dai blocchi, la messa a punto dei piedi rivolti a canestro, il carico e il rilascio della palla (e ovviamente l’esito finale)…convince anche i più scettici .