Il Pagellone di Oscar Eleni

Fonte: Indiscreto.info a cura di Oscar Eleni

Il consueto Pagellone di Oscar Eleni su Indiscreto.info.

10 A Brian SACCHETTI che ha spalmato unguenti profumati lenitivi sulla pelle del papà Romeo allenatore battuto a Brindisi da Reggio Emilia che con lui ha conti apertissimi. Per Sassari ha fatto il lavoro dei grandi tessitori: 9 assist, 8 rimbalzi, + 25 di valutazione.

9 A Jasmin REPESA che, giustamente, non si accontenta mai perché conosce i suoi polli da gran premio in casa Armani, quelli che giocano, quelli che guardano, per aver scoperto quello che forse sfuggiva a Pianigiani e Messina: Dada Pascolo è il polipo per risolvere tanti problemi, ha fede, è umile, sa vedere, sa scegliere, magari, se è in asfissia, non vede il tiratore goloso che mostra le mani “benedette” e si lamenta, ma finge di non avere sentito, tira su quei calzettoni inguardabili, snoda un pezzo del suo corpo e va all’assalto. Non gioca sempre bene, non tira sempre bene. Ma in una squadra lo vorresti sempre.

8 A BUSCAGLIA, Trento, e DELL’AGNELLO, Caserta dove far tornare i conti sembra sempre difficile, perché pensavamo che il primo avrebbe avuto vita dura a ricostruire, mentre sul secondo eravamo convinti che la maledizione dell’ultima luna gli avrebbe negato quello che merita, cioè di essere considerato un eccellente generale. Ora non smentiteci subito, anche se non è facile ricostruire, pur avendo dietro una bella società, inventare sapendo di non avere dietro il cemento economico.

7 A Sandro DE POL per il suo esordio come spalla tecnica nel mondo Rai dove per misteriose ragioni hanno tolto a MICHELINI la diretta dopo il bel lavoro fatto a Rio. Certo deve ancora capire il nuovo mondo, quelli con cui fa le telecronache, magari rivedendo certi interventi sul banale già visto, ma il tono e l’ironia sono quelli giusti.

6 A Gigi LAMONICA che ha dimostrato alla FIBA come sia stato ingiusto escluderlo dalle Olimpiadi per ripicca mascherata da regole inventate da chi non sa cosa sia la dura vita sul campo. Cari arbitri italiani ribellatevi e fatevi anche qualche esame di coscienza dopo tante baruffe: non è sempre il nuovo che migliora.

5 Al mago BARGNANI che dopo una bella partita con Vitoria, successo in volata sull’Efes in Baskonia, si è risentito con chi criticava certi sui atteggiamenti, soprattutto in difesa: “Dove gioca chi dice questo? Io ho alle spalle 10 anni da professionista…”. Banale saltellare su una notte da 26 punti, 10 su 14 al tiro, direbbe Petrucci, direbbero alcuni suoi allenatori. Magari lo stesso Messina, ma questo lo scopriremo quando ci sarà la prima convocazione azzurra. Manca tanto, troppo tempo e chi spera di avere tutti gli Azzurri, anche i teneroni, stia in campana. Vuoi mettere una estate a Formentera.

4 A DE RAFFAELE e alla sua Venezia caduta in casa nel giorno del REYER day, abbinata uomini-donne di serie A, una cosa che si vedeva al Palalido ai tempi dell’All’Onestà e della Standa di Alessandri. Un testa coda imprevisto? No, valutando certi atteggiamenti, da Viggiano in su.

3 Agli AMERICANI di VARESE che con la loro superbia sono andati a sbattere contro la difesa neppure tanto accurata dell’Emporio Armani. A Moretti suggeriamo di non trascurare che serve la fame di un Avramovic, la testa di un Cavaliero, il coraggio del Campani che ci ha sorpreso, per costruire qualcosa che Masnago potrebbe capire davvero.

2 Al CORO che davanti allo strapotere dell’EMPORIO reagisce alla stessa maniera dei giorni in cui era Siena a comandare. Si diceva, ed era vero, che il basket aveva perso motivi per interessare la gente, perché non è importante come si gioca, ma ci si diverte soltanto se esiste equilibrio, come ci ha raccontato la finale Sassari-Reggio Emilia. Ora non è detto che Milano resista al doppio impegno senza pagare mai una piccola tassa, ma se la differenza tecnica e di bilancio è così enorme normale che accada. Come risolvere il problema? Ah saperlo. Ci vorrebbero in pista una Roma, una Treviso, una Bologna come ai tempi dove il denaro non stava da una parte sola.

1 Ad Amedeo DELLA VALLE per la crudeltà mostrata, 26 punti, partitazo, cercando una vendetta sul Romeo SACCHETTI che a Brindisi ha ricominciato il suo viaggio nel mondo dove il suo basket è di chi lo gioca. Certo fra infortuni e piccoli contrattempi dovrà fare attenzione, ma il suo presidente Marino ha già detto che la salvezza gli basterebbe, per quest’anno.

0 Ai PALINSESTI televisivi che insistono nel far scontrare il peschereccio del basket con le corazzate calcistiche. Alla Lega sorda e muta che accetta tutto per i quattro spiccioli della televisione, ai dirigenti legaioli che si fanno condizionare dalla regola del mercato boario: chi urla di più la vacca è sua.