L’opinione di Attila Frizzo: la crudele eloquenza

Fra la trasferta vincente di Ravenna e la sconfitta con Treviglio, il minimo comune denominatore è la sterilità offensiva dei biancorossi.

Eugenio Dalmasson

Come in molti casi della vita, attività sportive incluse, i dati che descrivono lo svolgimento di una attività sono spesso crudeli e, non raramente, contrastanti con il risultato finale che in ultima analisi è quello che conta.

Le ultime due fatiche dei cestisti triestini del torneo di serie A2 maschile girone Est sono crudeli nella loro eloquenza, infatti in quel di Ravenna capitan Coronica e compagni realizzano un misero 5 su 22 nel tiro pesante e un poverissimo 19 su 45 nei tentativi da due, ma fanno loro la posta in palio superando il quintetto avversario con lo score di 61 a 58.
In casa, opposti alla non trascendentale formazione di Treviglio firma 4 bombe su 15 tiri e mette in retina avversaria 22 palloni di due punti. Migliorano qualche cosina i giocatori di coach Dalmasson ma cedono il bottino in palio alla formazione lombarda.
Tutti i restanti dati nelle due gare analizzate evidenziano il medesimo andamento.

Si deduce che il team biancorosso nelle dodici gare disputate, cinque vinte sette perse, non è riuscito a migliorare di molto la potenzialità offensiva mentre gli appena 853 punti subiti fanno risaltare la buona dedizione difensiva profusa con continuità.
Il prossimo impegno della Pallacanestro Trieste 2004 vedrà il confronto a Jesi con l’Aurora, selezione che “siede” al penultimo posto della classifica con appena tre vittorie.
L’impegno della squadra del capoluogo regionale dovrebbe portare ossigeno all’asfittica graduatoria biancorossa, semprechè le medie ad oggi sciorinate migliorino, come ha mostrato qualche miglioramento l’iniziativa “Porta un amico al Palarubini” che nell’ultimo turno ha visto la presenza di ben 2930 paganti, abbonati compresi.

Attila Frizzo