L’opinione di Attila Frizzo: chi guarda alla salute

Fra i "malanni" dell'ottimo Aristide Landi, la gestione del PalaTrieste ed una ritrovata salute economica: tutto a tinte biancorosse.

Prandin e Landi in panchina: il lungo biancorosso ha preferito curarsi, in vista della seconda parte di stagione.

Aristide Landi, pivot della squadra biancorossa triestina, ha rifiutato la convocazione tra i giocatori di serie A2 maschile girone Est per la partecipazione all’incontro – esibizione denominato All star game, manifestazione svolta sabato in quel di Livorno dove il team del girone Ovest si è affermato con la score di 118 a 96.
Il ball player triestino ultimamente ha avuto qualche difficoltà fisica dalla quale si è ripreso ma che ovviamente ha ancora bisogno di qualche cautela, Aristide dunque pur conoscendo quanto relativamente alla sua professione può costare ha rinunciato a favore del bene più caro cioè alla salute.

Il giocatore viste anche le ultime brillanti prestazioni se non è al top è, considerando il rendimento, in assoluta ripresa, tutti i suoi fans che a Trieste ha saputo conquistare dopo il breve volgere di qualche incontro hanno mostrato di capire e accettare la saggia e opportuna decisione.
La tranquillità economica raggiunta dal sodalizio triestino con l’ingresso del main sponsor udinese, deve a questo punto completare il programma che ha annunciato cioè raggiungere la salvezza nel non difficile girone Est del campionato di serie A2, decidere sul rapporto con i centri giovanili triestini che si occupano della maturazione tecnico-agonistica degli implumi ma promettenti molti virgulti che frequentano le palestre delle società in questa funzione specializzate.

L’impegno sicuramente più rischioso che la Pallacanestro Trieste 2004 ha voluto “liberamente” assumere è la gestione del Palarubini, gioiello o uno dei gioielli, dell’Amministrazione comunale triestina voluto dall’ex Sindaco Riccardo Illy con l’accompagnamento e la considerazione dell’allora assessore allo sport Franco Degrassi.
Non si conoscono ancora le condizioni che determinano la potenziale gestione da parte di un privato di una proprietà comunale, ma certamente l’impegno è molto oneroso viste le spese per l’illuminazione, il riscaldamento, la pulizia e per il personale addetto alla manutenzione e conduzione.
E’ da rilevare che tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute nel governo della città di San Giusto hanno scelto la via della privatizzazione, decisioni queste che non hanno sicuramente migliorato le condizioni preesistenti ma che certamente hanno fatto pagare molto di più ai cittadini contribuenti.

Il Palarubini è uno dei vanti della città di Trieste, ha ospitato manifestazioni di grande livello, ha reso possibile la preparazione di squadre e rappresentative nazionali, è di aiuto all’attività non professionistica dello sport, ma pur svolgendo questa nobile attività viene ceduto, stranamente contro ogni principio di una amministrazione di centro sinistra ai privati.
Come la cessione per gestire l’impianto a dei privati possa essere di aiuto all’attività sportiva non è stato spiegato, quando questo è stato fatto per situazioni similari la risultanza è stata aumento dei costi di utilizzo.
Speriamo, restando in attesa di conoscere le condizioni per la cessione a gestire, che anche per il Palarubini le porte anzichè aprirsi a tutti non si aprano solamente a quelli che la pecunia non difetta, dimenticando in questo modo che la pratica dello sport non è un privilegio ma è o dovrebbe essere un diritto costituzionale.

Attila Frizzo