Ryan Hoover: “Jesi, ho lasciato lì una parte del mio cuore”

Breve intervista con il trentanovenne play/guardia che negli ultimi anni ha difeso i colori anche della Pallacanestro Trieste 2004.

Ryan Hoover quando vestiva i colori di Jesi.

Terza settimana per la nostra rubrica con le interviste dei campioni del passato dell’Aurora Basket. Oggi vi concediamo le parole di un giocatore che ci ha fatto emozionare come pochi durante la sua permanenza, di ben 4 stagioni e mezzo, nella città jesina. Un giocatore che ha sempre dato tutto il suo cuore per i colori arancioblu, senza mai risparmiarsi: Ryan Hoover. Soprannominato (non a caso) Il Soldato, Ryan è uno dei giocatori più benvoluti da tutta la città, con la quale ha vinto la Coppa Italia di A2 nel 2008 a Ferrara, raggiungendo la finale playoff la stessa stagione, persa contro la corazzata Caserta. Di seguito le parole, piene di sentimento, dell’ex numero 7 aurorino.

Ciao Ryan. Come stai? Di cosa vivi ora che è terminata la tua carriera da giocatore professionista?
“Sto molto bene grazie. Lavoro con una compagnia startup chiamata ShotTracker ad Overland Park, in Kansas, vicino Kansas City”.

Quanto è difficile iniziare una nuova vita che non prevede il giocare a pallacanestro come lavoro?
“È stato parecchio duro trovare una buona opportunità che potesse stimolare me ed il mio spirito “infuocato”, ma al momento sta andando tutto molto bene. Ma posso assicurarti che sento assolutamente la mancanza di tante cose del mondo della pallacanestro italiana”.

Stai seguendo l’Aurora Basket in questi ultimi anni? Conosci la sua situazione al momento? “Mi scuso con tutti, ma purtroppo non ho avuto modo di seguirla ultimamente. So che Santo (Santiangeli, ndr) e Battisti giocano lì, mentre le strade di Maggioli, Lupo e Mason (Rossini e Rocca, ndr) hanno preso altre direzioni. So che molti della mia grande famiglia jesina sono ancora dentro la società. Mi mancano davvero tanto!”

Cosa ricordi della tua parte di carriera giocata qui a Jesi? 
“Ho veramente tanti ricordi, tutti bellissimi. Una parte del mio cuore è e sarà sempre a Jesi. Lì è dove ho chiesto la mano di mia moglie. È dove sono cresciuto come marito, come padre e come uomo. Lydia (la primogenita) ha trascorso 3 importanti anni scolastici a Jesi. I miei 3 momenti “cestistici” preferiti sono: la vittoria a Caserta nel 2007 con il mio canestro vincente, la vittoria della Coppa Italia a Ferrara nel 2008 ed il tiro all’ultimo secondo con Scafati in Coppa Italia nel 2012 a Bari, dal quale poi è nata Genevieve (la secondogenita)”.

Cosa vuoi dire ai tifosi jesini?
“I fans jesini sono davvero speciali per me e mia moglie Brenna. Sono assalito dalle emozioni quando penso agli amici ed alle amicizie che ho costruito a Jesi. Non sarò mai capace di tramutare in parole i calorosi sentimenti che provo per la mia famiglia lì. La famiglia Fileni, Altero e Caterina, ‘Figo’, la famiglia Senesi, il ‘Guru’, Fabrizio e tanti tanti altri amici e tifosi che, negli anni, hanno dato a me ed ai miei compagni il carburante per attivare il motore ad ogni gara”.