Andrea Paderni (Ubc Udine): “Contro il Don Bosco poca fame”

L'allenatore dei biancoblù commenta la sconfitta della sua squadra in quel di Trieste: "Ora sarà compito mio riportare tutti con i piedi per terra".

L’Ubc Udine ritorna da Trieste a mani vuote: la trasferta al PalaBunker, la “casa” del Don Bosco Trieste, si chiude con una sconfitta per 84-65.

Andrea Paderni fa la sua disamina del match, andando a vedere quello che è andato e quello che non è andato durante i quaranta minuti: “Sapevo che sarebbe stata una partita difficilissima, per l’assoluto valore dei nostri avversari e per le nostre condizioni fisiche.
Sicuramente è stata la settimana più travagliata della stagione, gli infortuni non ci hanno permesso di prepararci a dovere, Zakelj, Pignolo e Guadagni hanno stretto i denti e sono scesi in campo nonostante i problemi e di questo li ringrazio mentre Idelfonso non ha potuto essere presente. Con il senno di poi avrebbe avuto più senso non rischiare nessuno visto che adesso Guadagni dovrà ferrmarsi nuovamente e gli altri sono tutti da valutare ma ci tenevamo e ci abbiamo provato.

Dei ragazzi del Don Bosco mi ha colpito la straordinaria facilità con cui hanno fatto canestro e devo dire che Schina e Grimaldi ci hanno praticamente fatto un clinic sul gioco senza palla. Abbiamo subito un parziale tremendo nel primo quarto e non siamo più riusciti a rientrare. Complimenti a loro che meritano assolutamente il terzo posto in classifica.

Al di là dei nostri problemi fisici non mi è piaciuto l’atteggiamento dei miei. Io considero che il principale responsabile dell’atteggiamento della squadra sia il coach e quindi mi prendo le mie colpe e rifletto sugli errori che ho commesso. Siamo scesi in campo senza la fame che ci ha contraddistinto fino ad oggi, come se la classifica certificasse la nostra forza che invece fino ad oggi è stata proprio quella di non pensare a quanti punti abbiamo ma piuttosto di dimostrare ad ogni azione quella voglia e quell’applicazione che ci permette di giocarcela con tutti. Evidentemente qualcuno ha guardato la classifica e si è abbandonato alla gratificazione, adesso sarà mio compito riportare tutti con i piedi per terra.
Ovviamente una sconfitta è tutt’altro che una tragedia anche perché in ottica salvezza i risultati ci sono stati favorevoli però noi sappiamo da dove siamo partiti e non dobbiamo perdere la nostra identità, sarebbe un peccato imperdonabile”.