Il recupero record di Vittoria Renzoni (Costone Siena): in campo dopo 123 giorni

Operata dal Prof. Mariani di Villa Stuart e seguita dal fisioterapista Biagio Alfano l'atleta ha recuperato in poco più di quattro mesi.

Non ci sono dubbi, la cosa più difficile per un atleta, professionista o meno, è dover fare i conti con un brutto infortunio. Recuperare e rientrare dopo aver subito un’operazione non è mai una cosa semplice, soprattutto se capita ad inizio stagione e con ancora tutto il campionato da dover affrontare.

E’ quello che è successo a Vittoria Renzoni, playmaker e capitano dell’MPS ADPF Costone, che dopo poche giornate ha dovuto fare i conti con un brutto infortunio al ginocchio. E dopo lo stop è arrivata la notizia: ricostruzione del crociato anteriore. Così l’11 novembre scorso Vittoria si è recata a Roma e si è affidata alle mani esperte del Professor Pier Paolo Mariani di Villa Stuart.

Un’operazione riuscita dopo la quale la giocatrice si è messa subito al lavoro affiancata dal fidato fisioterapista della squadra femminile, Biagio Alfano, nonché fisioterapista dello studio Gepponi di Siena che l’ha seguita passo dopo passo. Dopo soli quattro mesi, in occasione dell’ultima partita casalinga della stagione, la giocatrice ha fatto il suo ingresso in campo.

“Il tempo di recupero previsto è di 5-6 mesi. – ha detto il fisioterapista  – Vittoria ci ha impiegato 123 giorni, due meno di Insigne. E’ un buon recupero considerando che non ha fatto una riabilitazione da professionista. Importante poi per la conferma del successo sono stati il test KT1000 e quello isocinetico, andati a buon fine”. Un recupero da record si può dire, durante il quale Vittoria non ha mai smesso di crederci.

“E’ stato un periodo duro, ma l’ho affrontato nel migliore dei modi. – ha detto l’atleta – Ho sempre avuto vicino a me molte persone che mi hanno supportato non lasciandomi mai sola, questo ha sicuramente aiutato a non buttarmi giù. La passione e l’amore per il basket, e per la mia squadra poi hanno fatto il resto, io non ho mai lasciato sole loro e loro hanno fatto lo stesso con me”.

Fattore assolutamente non secondario questo, perché oltre all’aspetto fisico, al dolore e alle difficoltà che si possono incontrare durante il percorso, gioca un ruolo fondamentale nel recupero sicuramente l’aspetto psicologico. “E’ verissimo, per questo ci tengo a ringraziare in primo luogo il Professor Mariani che ha fatto un lavoro fantastico e Biagio, che mi ha seguito e sopportato e che è stato davvero bravissimo, e poi ovviamente la mia squadra e la mia famiglia, grazie a tutti loro il mio lavoro è stato meno faticoso. – ha proseguito – Sono andata avanti giorno dopo giorno con costanza e determinazione, decisa a fare di tutto per rientrare il prima possibile ma non ci ho mai voluto sperare troppo!”.

Ce l’ha fatta invece, dopo soli quattro mesi, “E anche se rientrare dopo tanto tempo non è affatto semplice, ha detto- mi è venuto tutto spontaneo, come se non avessi mai smesso, come se non fossi mai uscita da quel campo”. Quando si dice che un campo da basket è come casa.