Federico Gaiatto (Vis Spilimbergo): “Giochiamo partita dopo partita”

Dopo un anno di inattività, il playmaker classe 1988 è tornato alla pallacanestro giocata ed ora difende i colori del team allenato da Nicola Ostan.

Play- guardia classe 1988, negli ultimi anni ha militato a Vicenza in Serie C per poi passare nella stagione sportiva 2009-2010 alla Tosoni Villafranca in Serie B, dove rimarrà per due stagioni lasciando ottimi ricordi sia sportivi che umani. Dopo una breve apparizione alla GSA Udine, in Serie B, fa ritorno in quel di Villafranca nella stessa categoria, per rimanervi fino a termine della  stagione. Nella stagione sportiva 2012-2013 approda alla Euromobil Cucine Caorle alla cui guida c’è Coach Nicola Ostan, per poi trasferirsi nella stagione successiva a Portogruaro: lui è Federico Gaiatto.

Federico, grande vittoria nell’ultimo turno di campionato contro la Calligaris, vittoria che parzialmente riscatta le brutte prestazioni contro Jadran e Ardita: quale spiegazione ti sei dato per quei passaggi a vuoto che venivano comunque dopo la grande quanto sfortunata prova con la capolista Tarcento?
“A mio parere quei due passi falsi sono figli dell’inizio 2016, nel senso che con il nuovo anno finalmente ci siamo compattati, iniziando ad esprimere i nostri valori ed una fluidità di gioco che ci ha permesso di conquistare molte vittorie fino ad arrivare alla partita con Tarcento nella quale pur perdendo abbiamo fatto una grande prova.

Dico che sono figlie di tutto questo perchè comunque i protagonisti all’interno della squadra sono molto giovani e, secondo me, questo periodo in cui tutto andava bene ci ha portato un calo di tensione e concentrazione ed abbiamo quasi sottovalutato l’importanza e la difficoltà di certe partite; comunque, l’importante è che ci siamo ricompattati subito disputando un’ottima partita contro la Calligaris.

Non era una partita facile anche perché loro venivano da cinque vittorie consecutive: in realtà era una partita carica di tensione perché ci giocavamo molto e volevamo fortemente riscattarci da quelle brutte prestazioni; nonostante la tensione abbiamo dimostrato una acquisita maturità da parte di tutti, riuscendo comunque a mettere la partita sui binari giusti. Va inoltre sottolineato, a mio avviso, che anche quando loro nel quarto periodo hanno cercato di rientrare in partita noi non ci siamo mai disuniti centrando così una preziosa vittoria”.

Vieni da un anno di inattività, quanto è stato difficile per te rimetterti al passo con i ritmi e l’intensità che questa categoria richiede?
“Giocare a basket è come andare in bicicletta: quando hai imparato non dimentichi, comunque fin dai primi allenamenti e dalle prime partite tutto è stato abbastanza naturale e fluido; naturalmente ritrovare la forma fisica dopo un anno di stop non è stato semplice e sicuramente le prime partite sono state difficili perché con la testa  pensi di poter fare delle cose ed in realtà ti manca la reattività e la lucidità per fare quello che vorresti, ora sto bene e spero di essere utile alla squadra”.

Anche per te è il primo anno in maglia Vis: come ti trovi in questo nuovo ambiente  e soprattutto che gruppo di compagni hai trovato a Spilimbergo ?
“Per quanto riguarda i compagni conoscevo già Principe e Bagnarol oltre a coach Ostan, diciamo che i primi due sono stati i motivi principali per i quali ho deciso di venire qui a Spilimbergo.

Dopo un anno di stop per me era fondamentale trovare l’ambiente giusto per ripartire perché sapevo che non sarebbe stato facile, volevo scegliere bene il posto; devo comunque dire che anche con gli altri ragazzi con cui sto condividendo questo anno mi trovo molto bene, naturalmente forse con Matias che conoscevo già dai tempi di Udine esiste un bel rapporto di amicizia ben rodato; per quanto riguarda l’ambito societario, posso dire che un ambiente cosi è difficilmente replicabile, ho girato diverse squadre in questi anni e di situazioni ne ho viste tante ma mai come a Spilimbergo.

A livello personale, devo dire che alla fine della giornata lavorativa prendere la macchina e venire ad allenamento non mi pesa per nulla e questo la dice lunga sul lavoro della società. Trovare un club cosi organizzato ed attento a tutto è fondamentale soprattutto per i ragazzi che vengono da fuori e che vivono la quotidianità di Spilimbergo”.

Federico, parliamo un po’ di te: oltre al basket quali sono i tuoi interessi?
“Fin da quando ero piccolo ho coltivato la passione sia per lo studio che per il basket, anche quando terminate le superiori andai a giocare in Piemonte mi sono subito iscritto all’università ed ho cercato di non mollare lo studio e devo dire che pur nelle difficoltà di vari spostamenti sono riuscito sia a giocare in B2 che a laurearmi in economia aziendale, dopo di che mi sono deciso a tornare a casa per lavorare nell’azienda di famiglia.”

Fast food o Ristorante?
“Sicuramente ristorante”.

Birra o Coca? 
“Birra naturalmente”.

Per le vacanze mare o montagna?
“Mare”.

Un libro sul comodino?
“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, un romanzo di Mark Haddon”.

Il bicchiere lo vedi mezzo pieno o mezzo vuoto?
“Lo vedo mezzo vuoto ma cerco di sforzarmi a vederlo mezzo pieno”.

Se potessi incontrare una persona del passato chi ti piacerebbe incontrare e perché?
“Direi mio nonno, avremmo dovuto dirci delle cose che mai ci siamo detti e purtroppo  prima che ne avessimo l’opportunità lui è venuto a mancare, per cui sicuramente se potessi scegliere tra tante persone vorrei incontrarlo di nuovo”.

Tornassi indietro nella vita non rifaresti mai…?
“Penso che  tutte le esperienze negative che ho fatto nella vita mi hanno comunque aiutato ad essere quello che sono ora; sicuramente ho imparato di più da quelli che sono stati i miei errori che dalle scelte giuste che ho fatto, per cui sicuramente rifarei tutto,   naturalmente non sono orgoglioso dei miei errori ma me li ricordo bene e me li tengo stretti in mente, senza rimpianti o rimorsi”.

Qual è l’amarezza più grande e la gioia più intensa dopo queste prime 22 gare?
“La gioia più grande, per quanto mi riguarda, è la nostra prima vittoria del campionato contro Arzignano. Comunque quando stai lontano dal campo di gioco un anno, la sensazione della vittoria ti manca: alla fine sentire il suono della sirena e ritrovare la vittoria sicuramente ti cambia il morale, è una sensazione bellissima che chi non ha provato non può capire, ti cambia proprio lo stato d’animo e comunque il risultato della domenica precedente ti condiziona molto la settimana.

Per quanto riguarda la sconfitta sicuramente Tarcento al ritorno: vincere lì significava fare il salto di qualità verso traguardi migliori, invece pur disputando una grande partita non abbiamo avuto quella fortuna necessaria per portare a casa una vittoria che dal punto di vista del morale ci ha penalizzato molto “.

Il tuo fondamentale preferito? 
“Il passaggio”.

Cosa non ti piace invece di Federico giocatore?
“In questo momento penso il tiro, è un fondamentale che non puoi permetterti di trascurare ma devi allenarlo quotidianamente: soprattutto dopo un anno di inattività è stato difficile riprendere, personalmente non credo molto ci sia tantissimo talento nel tiro ma solo tanto allenamento, nel mio caso sento sia il mio fondamentale più arrugginito“.

Senza fare torti a nessuno, un compagno o un coach di ieri o di oggi a cui ti senti particolarmente legato.
“Sicuramente colui che ha inciso di più nella mia formazione come giocatore, partendo dal settore giovanile fino alla prima squadra, è Goran Bjedov: con lui ho fatto tantissimi anni e  comunque tra di noi si è creato un bel rapporto, poi ricordo con molto piacere Davide Bianchi, per una serie di vicende purtroppo oggi non abbiamo grandi rapporti ma sicuramente è stato l’allenatore che più ha creduto in me e penso che con lui ho anche espresso il mio miglior basket”.

Perchè consiglieresti ad un bimbo di giocare a basket?
“Per quanto mi riguarda non volevo giocare a basket ma a calcio, poi vedendo mio fratello che ci giocava ho cambiato idea, innanzitutto perché l’ambiente del basket è un ambiente che ti da tantissimo, ti fa crescere sotto tutti i punti di vista:  se mi guardo indietro e penso a quante amicizie ho costruito in questo mondo è fantastico.

Naturalmente ci deve essere il piacere di fare uno sport ma non necessariamente per diventare un professionista, i bambini devono attraverso lo sport trovare uno sfogo alla quotidianità ma principalmente devono avvicinarsi al mondo del basket o dello sport in generale per costruire delle amicizie sane che si porteranno dentro  per tutta la vita.

Condividere con un gruppo degli obiettivi, “soffrire”  insieme durante un allenamento o una partita ti aiuta a rafforzare questi legami di amicizia “.

Ora si entra nel vivo del campionato: mancano ormai solo sei partite alla fine e domenica si va a Caorle, che tipo di partita ti aspetti e soprattutto che finale di stagione sarà per la  Vis Spilimbergo?
“A Caorle sarà una partita molto difficile per noi, dovremmo per l’ennesima volta dimostrare la nostra crescita per non vanificare la vittoria di domenica.

Non so esattamente che partita ci aspetterà, forse rispetto all’andata non ci  sarà Bjegovic ma in compenso avranno un nuovo play; per noi sarà una partita molto difficile ma saremo concentrati e determinati a fare bene, io ci tengo in modo particolare perché sono anche un ex e a Caorle ci torno sempre molto volentieri.

Per quanto riguarda il finale di campionato tutte le partite saranno difficilissime, quando arrivi alla fine, e soprattutto quest’anno in un girone equilibratissimo come il nostro, tutti si giocano qualcosa e fino all’ultimo ci sarà incertezza in classifica.

Fare calcoli sarà impossibile, per cui bisognerà giocare partita dopo partita e accumulare punti, con la possibilità magari di giocarti un traguardo rispetto ad un altro ed un anno di lavoro negli ultimi 40 minuti di gioco.”

Vuoi aggiungere qualcosa Federico?
“Si, vorrei dare il benvenuto al mio nipotino Lorenzo, nato il 14 Marzo e salutare per par condicio anche gli altri nipoti Filippo, Leonardo e Virginia.“