Il nuovo modo di (NON) fare comunicazione di Raffaele Baldini

A Trieste non ci si parla più. Negli ultimi anni il giornalista in città si è barcamenato fra confidenze di parte (spesso sussurrate), trascrizioni di comunicati stampa o, nel caso peggiore, sconfinando nella speleologia. Si, con caschetto e lampadina inabissandosi fra le buie stanze dei bottoni, dove micro riunioni carbonare portavano poi alla luce situazioni già definite.

Continuo a non capire (dove sta la novità?). In un’epoca sportiva con cambiamenti epocali (parlo ovviamente di pallacanestro), Trieste conserva una modalità d’informazione tutta propria, quella del “vi aggiorno sul fatto compiuto”.

Questione Palatrieste. Ma come, una clamorosa svolta politico-sportiva come quella di dare in gestione l’impianto di Via Flavia alla prima società cittadina, con tutto quello che ne consegue, non viene spiegata esaustivamente in una conferenza stampa? Nove anni di importanti operazioni economiche digeriti come nulla fosse?

E allora io che vivo d’ignoranza, desideroso di aver chiarezza, come posso trovare risposte ai dubbi che ho?

Mi piacerebbe tanto vedere il business-plan spalmato nei 9 anni e sottoscritto dalle parti, mi piacerebbe capire come in un periodo di campagna elettorale tutti i partiti si siano allineati all’operazione, mi piacerebbe capire le strategie d’utilizzo dell’impianto, vorrei capire le differenze fra manutenzione ordinaria e straordinaria gravanti su società o Comune. Insomma, colmare un po’ la voragine d’ignoranza.

Non bastasse, ora si apre un evidente confronto fra poteri forti: da una parte Alma con il vulcanico (anche se non all’apparenza) Gianluca Mauro e il Presidente Giovanni Marzini. Chi da una parte vuole investire di più, e di conseguenza comandare di più, chi dall’altra parte vuole tenere le distanze cercando di non giocare d’azzardo. Una fantastica situazione da vivere sotto l’ombrellone ma che necessariamente ha bisogno di chiarezza verso terzi.

Perché? Perché sempre il sottoscritto (si, quello ignorante), in tempi brevi e da fonti anche credibili, registra che il debito societario di questa stagione è  di 90 mila euro da una parte, e di 250 mila dall’altra. Una forbice non proprio da bilancino farmaceutico…

Qualcuno ce lo spiega o accendo la luce sopra al casco?

 

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)