Kaukenas è una furia, ma l’EA7 lucra sul break decisivo

Campionato italiano di basket, atto finale: Olimpia Milano e Pallacanestro Reggiana a sublimare l’eccellenza dello stivale (in una cornice di un Forum esaurito), due realtà completamente diverse ma così dannatamente essenziali. La struttura e l’opulenza meneghina contro la progettualità italo-europea di casa Grissin Bon, una palla a due tanto attesa che apre il sipario sulla finalissima.

Esuberanza reggiana nelle prime battute, un assalto all’arma bianca che deraglia i placidi spiriti milanesi: 0-6 e qualche occasione persa per allargare il divario, necessario il time di coach Repesa. EA7 ancorata alla solidità di Esteban Batista in area pitturata, viatico al contro parziale dei padroni di casa per il sorpasso con tripla di Lafayette: 10-9. Kaukenas è il solito manuale in uscita dai blocchi, l’arresto e la posizione dei piedi sono un lavoro enciclopedico per l’ovvia conclusione allo scoccare del tiro; dalla parte opposta è capitan Gentile a mettersi in proprio, con isolamenti consueti, Milano cambia ritmo e torna avanti 19-18. Il finale di prima frazione è un “run and gun” da ambo le parti, con letture rivedibili, gli ospiti sono avanti 20-21. Difese molto aggressive (anche tutto campo), ma non sempre entro il limite, bonus spesi in un amen e lo spettacolo che ne risente di conseguenza; lo statico e pigro attacco reggiano è un tappeto rosso al break casalingo di 9-0, Menetti costretto al time out. Emorragia senza fine di Polonara e soci, l’EA7 banchetta sulle distratte resistenze difensive avversarie, con l’aggiunta di un Aradori con problemi fisici: 35-21. Sparisce la Grissin Bon nella versione più continua dell’Olimpia, quella per capirci che coinvolge tutti e cinque gli effettivi del quintetto; Rimas Kaukenas come sempre è l’ultimo ad arrendersi, dalle sue mani punti e assist per dare un senso al match. Squadre all’intervallo con solido vantaggio milanese sul 47-35.

Pietro Aradori non torna sul parquet, lo stiramento pone un’ombra inquietante sulla serie finale; Olimpia in totale fiducia, tanto da rendere imprendibili per Reggio i penetratori milanesi. E’ sempre a trazione lituana la reazione ospite, il duo Kaukenas-Lavrinovic prova a scuotere il gruppo con importanti canestri: 52-44. Pesante tegola sulla Grissin Bon con il terzo fallo di Kaukenas e il quarto di Lavrinovic che si accomoda sul pino non prima di aver detto due paroline poco concilianti a McLean; falli o non falli il biondo lituano è l’iradiddio, uno stato di forma clamoroso da farsi correre appresso mezza difesa meneghina, 60-53 sul tabellone. Non è un caso che nei pochi attimi di respiro in panchina, torna a spingere l’EA7, chiudendo la terza frazione con un sostanzioso +13 (66-53). A suon di triple i padroni di casa intimano i titoli di coda agli avversari, coach Menetti non può esimersi dal rimettere dentro Kaukenas, con un match però squilibrato per 17 unità; è una sorta di “garbage time” anticipato, caratterizzato da conclusioni rapide da una parte e dall’altra, ma senza reale spostamento d’inerzia. Della Valle con due triple per il clamoroso -5, Olimpia con la solita superficialità sui vantaggi: finisce   , gara 1 che dalle tinte forti EA7 diventa un acquarello a tinte pastello, per la Grissin Bon nulla è perduto ma la conta fra acciaccati e infortunati sta materializzandosi in una variabile incidente.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)