La difesa italiana è una saracinesca quando conta, Croazia battuta

Quando si dice non c’è trucco non c’è inganno…quando vedi una maglia a scacchi non pensi al Gran Premio ma ad uno spauracchio cestistico chiamato Croazia; ma per un grande traguardo è necessario un grande sforzo, e l’Italia di coach Messina si misura con il meglio del gioco al PalaIsozaki.

Uno ad uno, gli esterni croati giocano spalle a canestro per sfruttare i mis-match, mentre gli azzurri tendono ad attaccare il canestro con regolarità: 8-2 con gioco da quattro punti di Marco Belinelli. Bogdanovic con la moto per penetrazioni immarcabili, 5 punti in quattro minuti per una Croazia che cerca di stare in scia; metro fiscale della terna arbitrale, variabile che garantisce diversi giri in lunetta agli uomini di Petrovic, e Bogdanovic fa il resto, 15-15. La squadra a scacchi si permette di far entrare come sesto-settimo uomo Mario Hezonja, un bell’andare quando è abbinato al talento di giocatori come Saric; primo quarto chiuso sul 21-23. Calano le medie al tiro degli azzurri, figlie di una fluidità latente offensiva, non si muove il punteggio ma coach Messina è costretto al time out. Tanta solidità di Daniel Hackett, play rimbalzista della Nazionale, bravo ad arrivare al ferro con la consueta “cattiveria”; la Croazia però è altrettanto in partita, sia nella metà campo di difesa che in attacco, con letture di altissimo livello: 29-32. Bogdanovic fa malissimo da ogni parte del campo, le squadre vanno all’intervallo sul 33-35.

L’Italia non riesce proprio a dare continuità al proprio attacco, la Croazia continua a vivere del talento fulgido di Saric e Bogdanovic; partita che viaggia sul filo dell’equilibrio, si segna pochissimo ma una tripla di Belinelli riporta avanti l’Italia: 42-41. Tecnico comminato a coach Petrovic, testardamente guadagnato dopo quasi tre tempi di polemiche; clamoroso 0/2 di Simon dalla lunetta, l’autostima azzurra prende corpo sulla difesa tignosa e sul tifo dell’Arena, tripla di Hackett e siamo 51-43. Finale di terza frazione con diversi errori dalla linea della carità, 54-47. Croazia nell’ultima frazione con la cavalleria pesante, Saric e Planinic fanno il vuoto in area pitturata, l’allungo italiano e mortificato da un contro parziale avversario: 56-53. Marco Belinelli è un uomo solo al comando, in attacco risolve tanti e tanti problemi, la Croazia non è più impeccabile nelle letture offensive; Gigi Datome sceglie il momento migliore per tornare a segnare, ma ad ogni azione azzurra corrisponde una reazione croata: 63-58. Manca il colpo del ko alla squadra di Messina, ma c’è una difesa di grandissimo livello, gli ultimi due minuti scorrono in apnea; Danilo Gallinari segna il canestro della staffa, esplode il PalaIsozaki e la Croazia è battuta: finale 67-60, siamo più vicini a Rio…

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)