L’opinione di Attila Frizzo: campane, campanelli, campanili e tanto altro

Rien ne va plus, dicono i croupiers tra un giro di ruota e l’altro nei casinò di tutto il mondo, per il basket triestino si può dire come i croupiers rien ne va plue, la città di San Giusto nella sua immensa ricchezza e con il primo cittadino concorde non è stata capace di trovare una sponsorizzazione capace di saldare la cifra in rosso che ha concluso l’ultima stagione agonistica.

Si potrebbe pensare che si tratti della solita diatriba tra campanili, non è così. Mentre tutto quello che non ha sapore di Trieste mia avanza, i signori alabardati pensano solamente a “non cacciare quanto occorre”. E’ pur vero che i trascorsi, per quanto concerne le sponsorizzazioni, non sono stati dei migliori ma che si ceda il pacchetto azionario maggiore ad altri non fa certamente brillare i “muli pieni de bori” che sul mercato della società cestistica sono scomparsi.

Udine ha guadagnato sul campo il diritto di partecipazione al campionato maschile di basket di serie A2, onore al merito, una società di profitto udinese ha acquisito – con una cifra assai contenuta – la maggioranza delle azioni della storica maggiore società cestistica triestina, nessun merito per Trieste.

Sicuramente gli attuali responsabili Ghiacci e Marzini non sono stati capaci di trovare a Trieste quanto loro necessitava per il mantenimento dello stato quo ante.

Attila Frizzo