Rubrica del Prof. Jordan: il rapporto col tifo avversario (impensabile in Europa)

Il campione, i tifosi avversari ed il trash-talking. Che ne pensa il Prof. Jordan?

Piccolo aneddoto: in una intervista di ESPN classics (riproposta qui di seguito), l’intervistatore riporta alla luce uno splendido esempio di trash-talking fra MJ ed un tifoso dei Jazz. Dopo aver tagliato fuori John Stockton ed aver inchiodato una poderosa schiacciata, un anonima voce esclamò “Prenditela con uno della sua stessa taglia!”.

Prendete posto sul divano, pop corn e bibita gelata perché sapete già come andrà a finire. Passano pochissimi secondi e Sua Arietà riceve un passaggio in contropiede, prende il volo staccando a piedi pari dentro l’area pitturata e sigilla una schiacciata ancor più impressionante di quella precedente sulla testa di Mel Turpin (2.15m). Corricchiando verso la zona difensiva, risponde al tifoso “Era grosso abbastanza?”.

Sentite come lo stesso MJ commentò questa istantanea della storia del trash-talking: “Mi piace farlo e penso che i tifosi debbano essere coinvolti nel gioco. Tu vieni lì per vedere la partita, per assistere ad un intrattenimento. Se come giocatore non rispondi alle loro provocazioni sembra tu ti voglia isolare da loro. Ripeto, a me piace farlo e anche Magic lo faceva spesso: fa parte del gioco e così facendo fai vedere che tu ami questo sport. Non lo vedi come un lavoro che ti costringe ad isolarti, a non parlare con i tifosi e a nascondere il fatto che ti stai divertendo.”

In Europa tutto ciò sarebbe (quasi?) impossibile: stiamo parlando di due culture diametralmente opposte, con pregi e difetti connessi. Le arene, i posti a sedere più o meno vicini al campo, il “ruolo” stesso del tifoso, il rapporto triadico fra tifoso, tifoso avversario e giocatori, sono diversissimi. Peccato però: gli sfottò di questo tipo sarebbero gustosissimi…

Rajone