Keys of the match: Roseto-Trieste di Raffaele Baldini

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

METABOLIZZAZIONE – E’ l’uovo di colombo di una squadra che vuole crescere cammin facendo. Dino Meneghin sintetizzava la chiave per diventare un ottimo professionista dal punto di vista mentale: “Ok, ho perso…cosa si mangia a cena?”, virtuosismo filosofico per dire che il passato diventa bagaglio utile in funzione del futuro, ma senza lasciar scorie. L’Alma parte per la lunga trasferta di Roseto con uno spirito ritrovato e una settimana di lavoro ben svolto in palestra. La risposta sulla metabolizzazione o meno della sconfitta di Treviso? Il primo break subito e la reazione successiva.

FATTORE “A” – Fattore Amoroso, Valerio, l’anima (irrequieta) rosetana tornata a infiammare il PalaMaggetti. Alla prima di campionato 18 punti e 7 rimbalzi, il viatico migliore per avere un giocatore dominante in categoria; nulla però è scontato nei 204 centimetri dell’uomo da Cercola, e proprio nel suo rendimento sinusoidale risiede la speranza, o la preoccupazione, degli “Sharks”. Amoroso comunque è il detonatore dell’altro fattore “A” incidente, quello dell’ambiente; il palazzetto di norma è discretamente caldo (l’abbiamo visto la scorsa stagione), con la vittoria corsara a Verona e con il figliol prodigo ad alimentarlo a suon di canestri, può diventare…un inferno.

RITMO – Lo scorso anno Trieste sorprese Roseto giocando sul ritmo. Gioco “run and gun” che ha favorito una straripante compagine giuliana ed ha fiaccato le appagate resistenze dei padroni di casa. Rimane un oasi nel deserto tattico dalmassoniano, votato alla chiave difensiva, incipit primario per puntare al successo esterno. Ideale quindi prevedere una difesa aggressiva e punteggio relativamente basso, cercando di imporre la freccia del sorpasso nei minuti che contano. Anche perché, l’assunto quando si va a giocare su campi caldi, è sempre quello di smorzare ogni entusiasmo balistico, a costo di spendere qualche fallo e spezzare il ritmo.

DANGER… ZONE – Roseto ha vinto a Verona proponendo 30-35 di difesa a “zona”. Ora sono due le ipotesi in proiezione: o coach Di Paolantonio scombina le carte smontando la scoutizzazione giuliana, oppure, come molto probabile, si servirà dell’arma tattica più distante dal basket masticato negli ultimi anni da Coronica e soci. Ci sono due variabili impazzite da valutare nel proporre o meno una “zona” contro l’Alma: il rientro di un “apri-scatole” come Baldasso, e un giocatore estremamente scaltro e dalla visione di gioco superiore in post alto come Da Ros. Se nei coni d’ombra della zona ci sono i giocatori giusti, allora l’affare lo fa Trieste.

SMITH-POWER – Abile coach Di Paolantonio a leggere la partita, ma rimane un elemento chiave per il successo Adam Terrell Smith: 30 punti, 12/19 dal campo in 34 minuti, un leader costante sui 28 metri di parquet. La seconda partita di campionato è la cartina tornasole di tante cose, anche della possibile scoperta di un “crack” per la categoria.