Giulio Hruby e il San Vito: la forza del gruppo

L'allenatore triestino, con i suoi ragazzi, ha dimostrato come sia possibile rimontare diciotto punti di svantaggio in soli due quarti di gioco, con una prova determinata e gagliarda nella ripresa.

Un time out di Giulio Hruby, coach del San Vito Trieste.

Torniamo a parlare di cifre, prestazioni e numeri, nel quintetto ideale della settimana: la rubrica che, come di consueto, va a mettere sotto la lente d’ingrandimento quei giocatori che hanno fatto la differenza, nell’ultimo weekend cestistico regionale.

PLAYMAKER: Applausi a scena aperta per Luca Gallocchio (Sokol Aurisina), giocatore di venticinque anni che oramai in Serie D è davvero un fuori categoria; il play/guardia di scuola Libertas Trieste e poi cresciuto al Bor è una letale combinazione di tecnica, fisicità e capacità di trovare il canestro in moltissime maniere. Quando poi riesce a trovare il ritmo anche nel tiro da fuori, ecco che allora diventa devastante: ne sanno qualcosa i giocatori di Cervignano, che si sono trovati di fronte l’ennesima prestazione di rilievo da parte di “Gallo”, che nella vittoria 78 – 59 del suo Sokol sui bassaioli ha incamerato 24 punti (6/6 da due, 3/7 da tre, 3/5 ai liberi), conditi da otto assist, sette falli subiti e cinque recuperi. Un’arma totale, lo definirebbe qualcuno, che può giocare nelle due posizioni di esterno ma che dà il meglio di sé con la palla in mano; se il Sokol è la favorita nel Girone Est di Serie D, in questa stagione, buona parte del merito è certamente di questo giocatore che ha fatto alzare più di qualche sopracciglio nelle categorie superiori.

GUARDIA: Assolutamente da citare la prestazione della guardia classe 1996 Matteo Candussi (Ferroluce Asar Romans); nella partita contro il Don Bosco Trieste, vinta dagli isontini con il punteggio di 89 – 75, il buon Candussi si è messo in evidenza andando a referto con 19 punti conclusivi, secondo realizzatore dietro al “Kaiser” Filippo Franz. Oltre ai punti, però, è da sottolineare come alcune giocate decisive nell’ultimo quarto abbiamo influito in maniera pesantissima sulla vittoria degli isontini, con recuperi e rimbalzi offensivi che hanno sorpreso i difensori salesiani. Per questo romanese DOC, una prestazione concreta e positiva che fa il paio con gli otto punti segnati appena sette giorni prima, sfruttando al meglio l’assenza per infortunio dello sloveno Gregor Devetak. E’ certamente bello ed incoraggiante, per la pallacanestro regionale, vedere sempre più giocatori di vent’anni che riescono a cogliere al volo l’occasione di ampliare il proprio minutaggio. Con la conduzione di coach Zavrtanik, Candussi avrà l’opportunità di avere minuti e responsabilità sul parquet e sta dimostrando di meritarseli tutti: questo giocatore di 188 centimetri è un elemento che, all’ultimo anno da under, si sta letteralmente scavando un posto come futuro leader dell’Asar.

ALA PICCOLA: Il miglior “3” della settimana è Francesco Bellinvia, atleta dell’Humus Sacile. La formazione pordenonese, neopromossa in Serie D, ha costruito una vera e propria corazzata che sta dimostrando grande qualità, con nomi di peso come Varuzza, Chiesurin, Bovolenta, Fabbro e Dal Bello: tutta gente che ha già dimostrato buone cose in passato, ma non dobbiamo certamente dimenticarci di questo atleta dall’ottimo tiro, cresciuto nelle giovanili del Sistema Pordenone e passato anche per categorie come la Serie B e la C Dilettanti, pur se solamente da panchinaro. Giocatore di 194 centimetri nato nel 1993, negli ultimi anni aveva difeso i colori del Sistema Pordenone in Serie D, con una “puntata” a Udine sponda Ubc: nella Destra Tagliamento trova il suo sfogo naturale e, nella partita ad alti ritmi contro Roraigrande ne mette dentro 30, con un micidiale 5/12 da tre punti e aggiungendovi pure otto rimbalzi. Da ricordare il secondo quarto, quando ha infilato ben tredici punti di fila, lasciando senza parole sia la difesa di Rorai che tutto il pubblico presente: quando si dice giocatore di striscia…

ALA FORTE: Nella posizione di ala forte, una citazione va fatta sicuramente a Klemen Zigon, giocatore della US Goriziana; lungo sloveno di 203 centimetri e venticinque anni, il biondocrinito Zigon è un’ala forte dal tiro mortifero, come ha dimostrato contro il Bor Radenska Trieste. Magari non avrà una meccanica bellissima da vedere, ma si tratta di un tiro che è difficile da stoppare, visto che il rilascio arriva da oltre due metri di altezza e, con un 6/7 complessivo dall’arco, i difensori triestini probabilmente si stanno ancora sognando di notte la sua prestazione. Ben 26 i punti segnati da Zigon nella sfida con il Bor, un dato che ha impresso una chiara direzione alla gara: giocatore che può rendersi protagonista di serie incredibili di canestri, Zigon è un duro del parquet, uno che può giocare in maniera ruvida in difesa ma ha una mano buonissima che mette in luce soprattutto fronte a canestro. Certamente, potrebbe sfruttare in maniera più continua i suoi centimetri, ma se lo facesse con continuità non giocherebbe di sicuro in queste categorie: ha già vissuto alcune stagioni in maglia US Goriziana e, in Italia, ha difeso anche i colori di Romans, ma nel gruppo allenato da Paolo Bosini rappresenta un perno importante che, insieme a Devil Medizza, forma una coppia di lunghi variegata e pericolosissima.

PIVOT: Il miglior “4” della settimana è un uomo che è certamente abituato ad essere presente in questa rubrica, ovvero Andrea Colli (Energy Lab Falconstar Monfalcone). E’, con tutta probabilità, il miglior lungo del suo girone di C Gold perchè parliamo di un atleta di 203 centimetri e 28 anni, dunque nel pieno della maturità cestistica, capace di svariare senza problemi anche sul perimetro e scoccare il tiro da fuori, pur potendo contare su una presenza fisica notevole nel pitturato. Negli anni, ha avuto esperienze in categoria superiore dove è stato anche uno dei migliori “interni” della Serie B ai tempi della Virtus Siena, mentre ora rappresenta il pilastro su cui fa perno la Falconstar, dalla stagione 2013/2014. Contro la Bluenergy Codroipo dell’amico/rivale Simone Macaro, Colli ha dato un saggio del suo potenziale, mixando intensità e concretezza a giocate di classe e determinazione, chiudendo con una “doppia-doppia” da 25 punti e 12 rimbalzi e spazzando via qualsiasi avversario gli si parasse di fronte. Quest’anno parte maggiormente fronte a canestro, giocando prevalentemente nel suo ruolo naturale, ma in generale si tratta di un uomo che non ha di certo problemi ad andare spalle a canestro e che sta facendo la felicità dei tifosi della Polifunzionale.

SESTO UOMO: In una partita terminata con il punteggio di 57 – 59, un giocatore che termina con 13 punti e 15 di valutazione può di sicuro essere considerato determinante per le sorti di quel match. E’ un pò quello che è successo a Siro Braidot, ala di 190 centimetri del 1986 in forza alla Calligaris Corno di Rosazzo: nella trasferta a Caorle, al PalaMare Walter Vicentini, il giocatore nativo di Mossa ha chiuso con 13 punti in 24 minuti, 3 falli subiti, 2 assist e 2 rimbalzi, tirando con un buon 4/8 dal campo e 2/2 ai liberi. In una sola parola? Concretezza. E’ questa la caratteristica principale di Braidot, giocatore che, da anni, ha dimostrato di poter essere un uomo che fa la differenza in C Gold. Un giramondo del parquet che ha vissuto per diverso tempo in giro per l’Italia, con tappe fra Oderzo, Castelfiorentino, Orzinuovi e molto altro ancora, ma che ha lasciato il segno specialmente alla Falconstar e, oramai da tre stagioni, difende i colori seggiolai. E’ diventato una bandiera, che con il tempo ha oltretutto evoluto il suo gioco ed ampliato il raggio di tiro, lo dimostra pure il 3/7 nelle triple accumulato proprio contro la malcapitata Caorle.

COACH: Menzione doverosa per Giulio Hruby, allenatore del San Vito Trieste. I suoi ragazzi hanno dimostrato grandissimo carattere nel derby di sabato contro il Santos: si, perchè non è assolutamente facile, specialmente per una compagine dall’età media molto bassa, andare sotto di diciotto punti nel secondo quarto e poi recuperare gradualmente, riuscendo a collezionare il referto rosa con un finale chirurgico. I sanvitesi hanno fatto proprio questo, giocando una partita a due facce: opachi e confusionari nei primi due periodi, risoluti e determinati nella ripresa, trascinati da un grande Alberto Marin (16 punti per l’ala di Dobbia) e con un gruppo che ha fatto quadrato ed ha puntato su una difesa granitica ed un’ottima pressione sui portatori di palla dei bianconeri. Applausi per il coach triestino, che ha infuso questa mentalità guerriera alla sua squadra.