
Fonte: Il Mattino di Avellino, a cura di Giuseppe Matarazzo
Per la pallacanestro, novembre è il mese più caldo d’Europa. È infatti in questo periodo che si accendono le varie competizioni continentali, i campionati entrano nel vivo e i media cominciano a tirare le prime linee su promossi e bocciati di inizio stagione: un momento di pronostici e di confronti, di schede e statistiche pronte ad imprimere nero su bianco performance e miglioramenti. Con tre competizioni continentali che raccolgono una decina di campionati i dati non mancano di certo: lassù in cima c’è l’Eurolega, con il suo nuovissimo formato a 16 squadre, poi a scendere le due coppe protagoniste di infinite chiacchiere durante quest’estate, ovvero Europe Cup e Champions League.
Nell’Olimpo dell’Eurolega c’è il Fenerbahce di Datome e Obradovic ma non ancora di James Nunnally, miglior giocatore dello scorso campionato di LegaA proprio con la maglia di una Sidigas oggi ancora imbattuta in Champions. L’Mvp 2015-2016 sta pian piano cercando di abituarsi a ritmi, schemi ed imposizioni di quella che, assieme ai playoff Nba, è competizione più difficile del mondo. Ad Avellino il buon James ha lasciato ottimi ricordi e diverse vedove cestistiche che hanno vissuto come un trauma la separazione con la Scandone. Impossibile sostituirlo: l’affermazione non è del tutto peregrina ma non mancano le sorprese. Il lavoro di Nicola Alberani e Pino Sacripanti si è concentrato sulla ricerca di quei giocatori che potessero far avvertire il meno possibile l’addio dell’attuale ala turca e, numeri alla mano, Adonis Thomas potrebbe essere la soluzione dell’equazione.
La premessa è d’obbligo: si tratta di due atleti completamente diversi per caratteristiche, alle prese con l’inizio di stagione, difficoltà e infortuni. Nelle prime gare di Nunnally non c’erano Green e Ragland, mentre per Thomas c’è il fardello dell’infortunio che ne ha rallentato l’inserimento. Nelle prime 5 partite, con un record di 2 vinte e 3 perse, James fece registrare 15,6 punti di media con il 41% da due ed il 46% da 3 (28 conclusioni dall’arco), 4 rimbalzi, 2,5 palle perse ed 1,6 assist per un totale di 11,4 di valutazione in 32 minuti di impiego medio. Thomas – tenendo conto esclusivamente del campionato – delle prime 5 ne ha giocate solo 4, con il seguente impatto statistico: 12 punti di media con il 45% da 2 e un netto 50% da 3 (8/16) accompagnati da 2,3 rimbalzi, 1,8 palle perse, 1,6 assistper un 10,8 di valutazione complessivo in 23 minuti di impiego medio.
Curiosità: per entrambi la miglior gara coincide con la quinta giornata di campionato, Trento per Nunnally (25 con 5/7 da 3) e Brescia per Thomas (19 con 5 rimbalzi) ai quali fa seguito per il ragazzo di Memphis una notte brava a Zagabria da 22 punti. Nella lega domestica, Thomas si candida a smentire la vox populi per la quale a questa Sidigas mancherebbe un cecchino: lui non è certo un tiratore puro, ma in termini di efficienza il suo gioco spalle a canestro fa il paio con le uscite dai blocchi di Nunnally. Se quindi con James la Scandone aveva una dimensione più perimetrale e più fluida, con Adonis il gioco va molto più in avvicinamento.
Gli isolamenti vengono giocati in maniera diversa – palleggio arresto e tiro per il primo, schiena a canestro il secondo – ma non per questo sono meno efficaci di prima. Thomas è un tiratore meno avido di Nunnally, se imparerà a gestire le conclusioni (eliminando quei tiracci dai 6 metri che fanno tanto lega di sviluppo americana) potrebbe migliorare molto il suo gioco e quello dei compagni. I paragoni, però, Sacripanti vuole farli alla fine e se Thomas sarà stato un degno sostituto di Nunnally per Avellino e il suo coach non potranno che essere buone notizie.