Il personaggio Cervi: “Grazie ad Avellino il salto di qualità”

La scelta: "Andare via? Una soluzione scelta e ponderata, ma Avellino è stata una tappa utile per la mia crescita".

Fonte: Il Mattino di Avellino, a cura di Massimo Roca

Sarà sfida nelle sfida quella di domenica. Il ritorno di Riccardo Cervi da ex e gli interessanti duelli sotto canestro con Fesenko e soprattutto con il compagno di Nazionale, Marco Cusin: di motivi d’interesse per il big match di domenica ce ne sono da vendere. La Sidigas Scandone Avellino ha il dovere di resettare il passaggio a vuoto di martedì contro Ostenda. Una prestazione che ha fatto pendant con la livrea in stile pigiama sfoggiata per l’occasione. Di stimoli ce ne saranno a iosa contro una Reggio Emilia reduce da 5 successi consecutivi in campionato e trascinata dalla triade italiana Della Valle-Aradori-Cervi.

Proprio l’ex Avellino, sistematicamente in doppia cifra nelle ultime 4 gare, ha tutti gli indicatori in crescita rispetto alla scorsa stagione (minuti, punti, percentuali dal campo e valutazione).

Cervi, come sta andando il suo ritorno a Reggio Emilia?
«In fase di preparazione il nostro cammino è stato frenato da una serie di infortuni, proprio nel momento in cui avevamo bisogno di lavorare per trovare la giusta alchimia. L’esordio in campionato a Caserta è stato un brutto colpo. Ci siamo chiusi in palestra a lavorare. Sotto questo aspetto la mancata partecipazione all’Eurocup si è rivelata un vantaggio. I risultati stanno arrivando. Stiamo dimostrando di esser un gruppo molto unito. Ci si passa la palla volentieri e c’è voglia di sacrificarsi in difesa. Le vittorie in campi difficili, come Brindisi e Trento, ci hanno dato convinzione».

C’era un po’ di scetticismo iniziale sull’idea di Reggio di puntare forte sugli italiani una volta incassate le partenze di Kaukenas e Lavrinovic. Il salto di qualità è arrivato in modo naturale oppure un po’ di pressione l’avete avvertita?
«Certo, la pressione c’è stata. Reggio veniva da due finali scudetto. La piazza era innamorata di due giocatori simbolo, di personalità che costituivano un esempio da seguire. Avvertivamo il pessimismo intorno a noi. È stata una molla motivazionale utilizzata anche dal nostro coach. Menetti più volte ribadiva di essere stufo di certi discorsi».

Ha visto Avellino? Che idea ha di questa nuova squadra?
«Hanno mantenuto un livello alto anche con i nuovi arrivi. Hanno un buon ruolino di marcia nei finali punto a punto. Noi ne sappiamo qualcosa vista la sconfitta sulla sirena in Supercoppa».

Avellino è reduce dal passo falso contro Ostenda. Riuscirete nell’impresa di far cadere l’imbattibilità interna di Avellino anche in campionato?
«Sarà sicuramente un match particolare visti i precedenti e il clima di competitività che si è generato tra le due squadre. Ci aspettiamo di trovare un ambiente caldo, pronto alla battaglia. Mentalmente la chiave sarà stare concentrati sul campo, senza lasciarci distrarre dal contesto. Si affrontano due squadre di alto livello. Che vinca la migliore».

La sua eredità, ma anche quella di Ivan Buva, è stata raccolta da Marco Cusin e Kyrylo Fesenko, due giocatori completamente diversi. Pensa che si sarebbe trovato bene anche in questa squadra?
«Non sono abituato a rimuginare sulle scelte passate. È una decisione presa con le dovute valutazioni. Non ho rimpianti. Sono stato richiamato da Reggio con grande apertura di credito nei miei confronti. Sarebbe stato difficile rifiutare in ogni caso. Ad Avellino sono stato benissimo. È stata una stagione importante per il mio futuro. Resto in contatto con i miei ex compagni di squadra, specie Severini e Parlato. Mi dicono di un gruppo che lavora bene in cui i nuovi, specie i “rookie”, abbiano innalzato il livello d’intensità e fisicità degli allenamenti».

Domenica duello azzurro con Cusin. Pensa a un sorpasso in ottica Nazionale?
«Non è una partita che sancisce le gerarchie. È evidente che ciascuno di noi gioca nel proprio club anche con l’ambizione di avere un ruolo importante nella propria nazionale. Non nascondo che sia un mio obiettivo».

Che accoglienza si aspetta?
«In estate ho ricevuto messaggi positivi da molte persone. Spero in una buona accoglienza. Potrà esserci qualcuno che mi fischierà. Può starci. Magari loro non mi conoscono bene».

Un messaggio finale ai suoi ex tifosi è nel suo stile dissacrante.
«Sono andato via ma resto ‘”o cchiù pepe r’Avellino”».