Scocchi, cuore di capitano per il Bor che risorge

Il play/guardia di Mura ha segnato 26 punti nel successo all'overtime in quel di Cordenons, rilanciando le ambizioni della sua squadra in ottica salvezza.

Alessandro Scocchi, play/guardia classe 1992 del Bor Radenska.

E siamo a martedì, per cui l’appuntamento con il quintetto ideale della settimana è più che obbligato: andiamo a leggere insieme le curiosità legate ai giocatori che sono risultati più determinanti durante l’ultimo weekend cestistico regionale, nelle varie “minors”, ovvero le categorie che vanno dalla C Gold fino alla Serie D, con la nostra classica rubrica.

PLAYMAKER: Lo inseriamo come playmaker pure se non si tratta proprio del suo ruolo, anzi, parliamo di un “betweener”, ovvero un giocatore che sta a metà fra due posizioni. Ma qui non importa di che ruolo si parli, perchè Alessandro Scocchi (Bor Radenska Trieste) è un giocatore che ha una missione da compiere: a nemmeno 25 anni, è infatti nato nel 1992, questo elemento ex Azzurra e Venezia Giulia Basket è uno dei veterani della squadra di Mura ed infatti non per niente è stato nominato capitano di un team che sta affrontando una stagione con una rosa giovanissima e con il chiaro obiettivo della salvezza. Ecco perchè vincere a Cordenons, dopo un tempo supplementare, assume un’importanza ancor più cruciale a livello di entusiasmo: dopo sette sconfitte di fila, il Bor ha preso coraggio ed ha indovinato due successi consecutivi; nell’ultima esibizione, proprio Scocchi ci ha messo una firma indelebile, con un match da 26 punti, con 3/6 da due, 4/10 nelle bombe e 8/11 in lunetta. Una prestazione da leader, che lo incorona come uno dei giocatori di riferimento della compagine allenata da Andrea Mura.

GUARDIA: La citazione nel ruolo di guardia spetta a Francesco Dal Moro (Polisportiva Roraigrande), guardia di 188 centimetri e 24 anni. “Cisco” è un globe-trotter del parquet, avendo militato in tantissime formazioni dalla Serie B di Spilimbergo passando per la C di Montebelluna, fino ad arrivare a team come Portogruaro, Aviano e Sistema Pordenone. L’anno scorso ha vissuto una stagione sfortunata proprio con i pordenonesi e, in estate, è arrivata la decisione di tornare alla “casa madre” Roraigrande: l’aria casalinga gli ha evidentemente fatto bene, vista la prestazione offerta contro la Cbu Udine. Nella vittoria 86 – 85 dopo un tempo supplementare del suo team, Dal Moro ha collezionato 32 punti in 32 minuti, con 10/14 da due, 3/7 da tre, 3/4 ai liberi, 3 falli subiti, 2 rimbalzi e 2 recuperi. Nel terzo periodo è stato un’iradiddio, con undici punti filati che hanno lanciato Rorai, per poi infilare anche la tripla che ha dato l’86 – 84 alla sua formazione: una bella risposta sul campo, per un giocatore che ha assoluta voglia di rilanciarsi.

ALA PICCOLA: La miglior ala piccola della settimana è in realtà un giocatore che può virtualmente occupare i tre ruoli perimetrali senza differenze o difficoltà di sorta. Paolo Graziani (Calligaris Corno di Rosazzo), a 35 anni rimane sempre uno degli esterni di qualità di riferimento per la nostra regione. Che sia attacco o difesa non fa differenza, lui gioca con la stessa intensità e concretezza, ed i compagni lo sanno: in una partita difficile come quella di Dueville, si è attaccato ai garretti degli esterni avversari e, dall’altra parte, ha mostrato comunque di poter incidere. Secondo miglior marcatore della propria squadra dietro a Munini, Graziani ha prodotto un match da 15 punti con 5/5 da due, 1/5 nelle triple e 2/2 dalla lunetta: un rendimento che ha contribuito in maniera sostanziale al 60 – 68 conclusivo con cui i seggiolai di Marco Rovere hanno staccato il referto rosa, prendendosi due punti molto importanti. Se il team friulano sta comunque viaggiando nelle zone alte della graduatoria, una bella fetta del merito va anche a lui, che è uno di quei giocatori silenziosi, ma capaci di girare una partita senza dover necessariamente segnare trenta punti o infilare sette bombe. Si dice Graziani, si legge concretezza.

ALA FORTE: Menzione speciale, come “4” della settimana, per uno che il canestro ce l’ha nel sangue. Non importa se di primavere ne ha oramai quarantuno, Dalibor Petrovic (Energy Lab Falconstar Monfalcone) ha la mano sempre rovente: ala forte di 202 centimetri classe 1975, nato in Slovenia, è un giocatore che ha un illustre passato da professionista avendo toccato anche i vertici europei con l’Euroleague. Da alcuni anni in Italia, fra Ardita Gorizia e Fogliano, è al suo secondo anno con la casacca biancorossa ed è un elemento micidiale quando può scoccare il suo tiro frontale o andare in post basso per il giro e tiro: ne sanno qualcosa i malcapitati difensori di Arzignano, che da lui hanno subito ben 25 punti (in 33 minuti di permanenza sul parquet: complimenti, vista l’età), con 1/4 da due, 5/8 nelle triple e 8/9 ai liberi. Nel suo score personale ci sono anche 10 falli subiti e 3 rimbalzi: si narra che in allenamento non lo si possa nemmeno guardare senza commettere fallo, ma se poi in partita ti sciorina prestazioni del genere, ecco che va protetto come se fosse un Panda.

PIVOT: Thomas Gaspardo (Vis Spilimbergo) quando è in forma e decide di rimanere concentrato per quaranta minuti è come un uomo fra i bambini. Il lungo (204 cm) di Spilimbergo è potenzialmente un giocatore devastante per la categoria e lo ha dimostrato contro la Vida Latisana: una sensazione di onnipotenza a livello fisico ed atletico, che ha annichilito il reparto lunghi dei bassaioli. Le cifre narrano di una prestazione da 18 punti e 18 rimbalzi, numeri da videogioco, oltre a percentuali più che soddisfacenti (7/10 da due, 1/2 da tre, 1/2 ai liberi). In una squadra completamente sbilanciata sul perimetro, con giocatori del calibro di Bardini, Campanotto, De Simon, Bagnarol e lo stesso Paradiso, nominalmente “4” ma tiratore nell’animo e nell’attitudine, Gaspardo è colui che ha il compito di equilibrare il quintetto con il gioco interno e l’attenzione a rimbalzo ed in difesa, compiti peraltro divisi con il compagno di reparto Manzon. Ha le doti per poter essere uno dei migliori “4/5” del campionato, se riuscirà a mantenere la concentrazione e la costanza per tutta la stagione, allora la situazione per Spilimbergo non potrà che essere rosea.

SESTO UOMO: Mai visto un fisioterapista che risulta decisivo per una vittoria? Certo, molto spesso queste figure sono determinanti nel lavoro sui vari giocatori…no, qui stiamo parlando proprio di un fisioterapista che scende in campo: Alberto Sandrini (Basket Tricesimo), che di professione cura i muscoli dei giocatori, nel weekend smette il camice e si infila canotta e pantaloncini e, a dire il vero, per giocare è “buono buono”. Ala piccola classe 1988, ha un gran talento nel tiro e spesso lo dimostra visto che nella sua squadra viaggia ben oltre la doppia cifra di media: quando poi gli capita di avere nelle mani il tiro vincente, il più delle volte non tradisce. E’ quello che è successo contro il Sistema Pordenone, in un match finito 55 – 57 a favore di Tricesimo: una partita non bella da vedere e povera di canestri, nella quale però Sandrini ha avuto la freddezza di prendersi un tiro da tre punti sul 55 – 54 per i pordenonesi, a 25’’ dalla sirena. Un referto rosa che è come ossigeno per la squadra di coach Andreotti, che ha nomi illustri (Gozzi, Bravin, Boaro), ma che sa di dover soffrire per poter arrivare ai vertici della classifica; vittorie come queste fanno solamente bene al morale.

COACH: Casarsa cade per la prima volta in stagione, dopo otto risultati utili consecutivi e chi è la squadra che ha compiuto l’impresa? Il team vincente risponde al nome di Humus Sacile, neopromossa che ha però grandi ambizioni. Il coach è Davide Brecciaroli, uno che qualcosina l’ha fatta nelle minors regionali, quando era un giocatore ed ora che è in panchina sta dimostrando altrettanta qualità: dopo aver messo assieme, in estate, un team più che competitivo, “Breccia” ha il merito di essere riuscito a creare un’amalgama ideale, costruita attorno al diamante Matteo Varuzza, uno che la Serie D dovrebbe vederla con il cannocchiale, ma con altri nomi noti come il lungo Bovolenta, il tuttofare Chiesurin, il tiratore Bellinvia o il “marines” Fabbro, tutti giocatori che possono risolvere da soli una partita. Il +9 ottenuto contro la capolista Casarsa è meritorio, per un gruppo di livello ed un coach che sta lavorando alacremente per riportare Sacile ai piani alti.