Alma Trieste: analisi post Jesi di Raffaele Baldini

Non guardate al punteggio ma alla sostanza

Paradosso: l’Alma Trieste ha fatto una gran partita, non per il “trentello” quasi confezionato, bensì perché l’Aurora Jesi non è apparsa una squadra materasso. Per buona parte del match la squadra di Cagnazzo (incomprensibilmente assente in sala stampa ndr.) ha dimostrato di avere un impianto credibile: un americano di un’essenzialità e di una pulizia cestistica rimarchevole come Bowers, il sosia di Harden a fare il bello e il cattivo tempo (Davis ndr.), un solido Maganza e in generale un atteggiamento di squadra non passivo. Semplicemente Trieste è stata straripante; ha sfruttato i complementi per far rifiatare ispirati attori protagonisti quali Green, Cittadini, Pecile, Da Ros, Parks, ha generato un’intensità globale mandando fuori giri le stanche membra marchigiane. Ribadiamo un concetto ormai chiaro: se l’Alma è questa, in casa non ce n’è per nessuno, Segafredo Bologna e Treviso comprese.

Ja-wunderbar e quel tributo a Cittadini

Cosa si può chiedere di più a Javonte Damar Green? Un caffè a fine partita? La chiusura del palazzo o un canto gospel natalizio? Lo farebbe…ve lo assicuro. Giocatore straripante da tutti i punti di vista: segna 30 punti “in pantofole”, preciso dall’arco, devastante in penetrazione con verticalità fuori dal comune, spettacolare come i canditi sul panettone. Penso proprio che siamo di fronte ad un giocatore vero, un cestista che può ambire ad una carriera importante, magari in maglia Alma Trieste. Alessandro Cittadini ha assorbito quello che tutta l’Italia intende, qualora ce ne fosse bisogno, come competenza baskettara giuliana. Nella standing ovation tributata dall’Alma Arena c’è il giudizio su una prestazione fantastica ma anche tanto riconoscimento per una carriera di livello. Il triestino medio non regala facilmente slanci di questo tipo, se lo fa, vuol dire che ne vale la pena.

Pubblico sazio e sala stampa vuota

3100 spettatori il giorno prima di Natale? Per tre quarti stivale sarebbero numeri di copertina, per Trieste invece un po’ deludenti. Ma come… la squadra viaggia che è un piacere, sta dando credibilità al prodotto, sia suffragata dai numeri che nelle prestazioni, diverte come poche, e il folto gruppo di appassionati si assottiglia nell’ultima uscita prima del 13 Gennaio? Bene ma non benissimo, perché la mentalità che si ricerca nel gruppo allenato da Dalmasson deve essere recepita anche dai tifosi; in pratica tutti devono essere “affamati” nel giusto modo. Indecorosa la scena in sala stampa: un giornalista (il sottoscritto) presente, un dialogo a due con coach Dalmasson e Alessandro Cittadini di imbarazzante modalità. Non dico di affollare come a Bologna la sala con 30-40 addetti ai lavori, ma onestamente a fronte di una serie cospicua di accrediti per “testimoni mediatici” dati ad inizio anno, ci si attende una partecipazione maggiore.

Andrea Pecile, la risposta di chi ha la coscienza pulita

Quindici punti, partita balisticamente quasi impeccabile, freschezza e decisività quando ancora la partita aveva un senso; il talento triestino espone la sera prima del Natale una rappresentazione del suo motto “stai sereno sempre”. Nelle critiche velate al suo rendimento, nelle considerazioni azzardate di qualcuno di un giocatore ormai sul viale del tramonto, ecco il miglior modo (e anche quello più educato) di rispondere ai detrattori. Del resto è stato lui sempre a dare un senso forte al valore del lavoro svolto quotidianamente in palestra. Ora, considerando fisiologiche flessioni durante l’anno, mantenere uno standard elevato sul parquet potrebbe essere sinonimo di potenziale aggiunto in trasferta e quindi di rafforzamento del gruppo.

Buon Natale a tutti e…sotto con Imola!

 

Raffaele Baldini