Luca Birnberg (Interclub Muggia): “Continuiamo a crescere”

Il tecnico della prima squadra maschile rivierasca traccia un primo, piccolo bilancio legato alla stagione in Serie D da neopromossi.

Il coach rivierasco analizza la prima parte di campionato, per quel che riguarda il Girone Est della Serie D.

Nonostante la classifica attualmente non sorrida la squadra ha dimostrato importanti segnali di crescita…
“Questo per tanti versi è l’anno zero, abbiamo cercato tanto la serie D. Sin dall’inizio eravamo consapevoli che sarebbe stata dura, ma allo stesso tempo tanti passi avanti ne sono stati fatti e altri continuiamo a farne giorno dopo giorno. Sicuramente qualche punto di più in classifica sarebbe stato meglio averlo, ma se paragoniamo il modo sia di allenarci che di giocare dello scorso agosto rispetto ad oggi sembriamo davvero un’altra squadra: è aumentata l’intensità, la concentrazione e soprattutto le prestazioni sono migliorate nell’arco delle partite, ovviamente di tutto ciò non ci possiamo accontentare e mai dovremo farlo”.

Quali sono le difficoltà che avete incontrato da neopromossi?
“Il diverso livello di intensità, velocità ed esperienza che abbiamo trovato in ogni partita. La passata stagione in Promozione, quasi sempre potevamo permetterci di avere dei momenti di pausa o rilassamento; se lo fai in D, anche solo per 5 secondi, ti puniscono immediatamente”.

Ti aspettavi un campionato tecnicamente livellato verso l’alto?
“Sapevamo che questa nuova categoria ci avrebbe fornito un livello di gioco più elevato; del resto era quello che volevamo per far crescere i nostri giovani, ma quest’anno rispetto ai precedenti ogni squadra ha almeno 2/3 giocatori dotati d’esperienza che in passato hanno disputato campionati superiori a questa categoria, certamente sotto questo aspetto non abbiamo altro che da imparare. All’inizio abbiamo sofferto soprattutto l’esperienza e la qualità delle avversarie composte da atleti che possono spostare gli equilibri in una partita: per citare alcuni esempi dico Nanut (Gorizia), Deana (Cervignano) e Tessarolo (Monfalcone) ma c’è ne sono tanti altri”.

Quanto hanno influito i molti infortuni sul rendimento della squadra?
“Non mi piace mai trovare scusanti e questo non deve essere il nostro stile. Sono molto dispiaciuto per i ragazzi che hanno avuto problemi fisici, perché sono stati loro i primi a soffrire nel non potersi allenare in maniera adeguata per essere d’aiuto alla squadra. Tutto questo però ha obbligato gli altri a rimboccarsi le maniche impegnandosi maggiormente, sicuramente durante le feste recuperare a pieno regime i vari Schillani, Crevatin e Trivillin sarà di grande aiuto per il proseguo della stagione. Spendo solo una parola per l’infortunio di Rakic: ragazzo del ’98 su cui noi puntiamo molto, dispiace abbia dovuto operarsi alla spalla perché quest’anno eravamo certi potesse fornire un grande apporto al gruppo”.

La squadra dove deve crescere?
“Non direi dove ma quanto. A mio avviso la crescita c’è sempre stata, l’importante è che questa non si fermi. Stiamo crescendo fisicamente, mentalmente e tatticamente, ora dobbiamo aumentare l’autoconsapevolezza di noi stessi non fermandoci, pur con le sconfitte e gli infortuni i ragazzi sono sempre stati presenti in palestra, un segnale importante che sta a significare la solidità di questo gruppo. Acquisendo maggiore maturità iniziando a giocare più da squadra senior che da giovanile sono certo potremo toglierci delle soddisfazioni”.

Qual’è l’augurio che vuoi fare a squadra e tifosi per l’anno nuovo?
“Alla squadra di iniziare a raccogliere tutto quello che in questi mesi è stato seminato: è un gruppo formato prima di tutto da amici che tra lavoro e studio vengono sempre agli allenamenti, meritano di dimostrare quanto sono migliorati e stanno continuando a farlo. Ai nostri sostenitori invece auguro di continuare a tifare per la squadra, di questo sono certo non se ne pentiranno, perché vedranno sul parquet ragazzi che daranno tutto loro stessi nel dimostrare che valgono questa categoria sempre con l’impegno e il sorriso di chi pratica uno sport che piace da morire”.