Il Pagellone di Oscar Eleni: 10 a Diener, 0 a Repesa

Fonte: Indiscreto.info a cura di Oscar Eleni

10 A Drake DIENER risorto con Capo d’Orlando, la società che merita davvero un premio speciale per questa sua stagione tribolata, non sempre fortunata, ma ricca di grandi risultati sportivi anche quando le scippano uno come Fitipaldo che da noi faceva la differenza.

9 A Nicolò MELLI e quindi anche a Trinchieri perché a Bamberg hanno trovato una luce diversa, un mondo dove crescere insieme e l’arzan che diventa MVP di eurolega per dicembre ci spiega bene quanta ottusità ci sia nella gente che non sa vedere, ma soltanto autoelogiarsi.

8 A SKY per come ci sta portando verso il derby impari di Bologna, la Befana fra i canestri di Casalecchio dove Virtus e Fortitudo si ritrovano nel rimpianto per quello che erano. Deve essere soltanto festa, ma anche momento di riflessione e di omaggio per i grandi che le hanno fatto grandi, dai giocatori ai dirigenti, dagli allenatori e chi li ha raccontati.

7 JOHNSON E JONES, l’americano di Cantù, lo statunitense ungherese che cerca di salvare Pesaro e ha spaventato la Milano di oggi. Qualcuno sa anche scegliere stranieri che hanno qualcosa da dire e dare ai compagni.

6 Ai fratelli VITALI che rendono affascinante il viaggio di Brescia da neopromossa in questo campionato. Messina ci crede nella coppia e fa bene, potrebbe riunirla in Azzurro se vedrà gente con la faccia sbagliata, insomma quelli che fanno sapere, attraverso i vari clan, che in Nazionale ci vanno, ma soltanto perché è un affare pubblicitario, non perché ne abbiano voglia davvero.

5 A TORINO che non riesce a decollare anche se adesso è più bella da vedere, anche se potrebbe trovare qualcosa per far diventare inadatto il Ruffini, visto che è in una delle poche città italiane dove hanno palazzi per lo sport grandi e molto ben fatti.

4 Al PETRUCCI presidentone federale eletto con il 98 per cento dei voti perché questa smania di andare a sfrucugliare il calcio, il Tavecchio, lo terrà sulla graticola anche per il prossimo europeo e, come abbiamo visto, gli azzurrabili resistono a tutto meno alla tentazione di darsela a gambe quando la partita si fa dura.

3 A CROSARIOL, voto basso preventivo perché i giocatori come lui ci hanno abituato a certi sbalzi d’umore. Certo sta andando bene , siamo sicuri che gran parte del merito sia di Vincenzo Esposito, ma siamo costretti castigarlo perché se lui tratta così Cervi o, magari, Cusin, ci sentiamo nudi al centro di Azzurra più della Milano di oggi.

2 Al CAMPIONATO che confonde le idee ai soliti venditori da baraccone convinti che qui ci sia davvero il meglio. No. Ve lo stanno dicendo persino dalla stanza privilegiata dei commentatori mandati dal Cielo, quelli che fanno sputare i canestri. Petrucci ha promesso presto una tavola allargata per discutere. Basta che i partecipanti si presentino con qualcosa di meglio della solita aria fritta.

1 A Mike D’ANTONI che fa cose meravigliose con Houston e il suo barba da mille e una notte perché questo suo basket dove si tira in 7 secondi o meno ha contagiato la piccola parrocchia italiana dove ti capita di avere una Trento che si ammala davanti al 0 su 20 nel tiro da 3 dei suoi balestrieri sbalestrati.

0 A REPESA perché gli è scoppiata in mano una squadra che sembrava nata bene, sana dentro, ma anche a quelli che ci dicono che dovrebbe andarsene, rinunciando ad altri 2 anni di contratto (come è solerte la spia che lo sta demolendo), che avrà tempo fino alla partita col CSKA di settimana prossima per difendere il suo posto. Ora fra le trasferte di Istanbul col Fener del nemico Obradovic che gli ha passato la polpetta Hickman, quella di Desio contro Cantù e poi il viaggio a Mosca, con l’Emporio dalle schiene fragili, sarà per questo che non si abbassano sulle gambe, non sapremmo dove potrà trovare un minimo sollievo. Se è per aiutare il successore, lasciandolo entrare dopo la tempesta, va bene, ma non ci vengano a dire che con questi uomini può cavarsela. Rinforzarsi adesso sembra spesa inutile, ma non sarebbe inutile, invece, cambiare qualcosa dentro una squadra che riempie l’area di aria e sembra esaltare i tiratori da tre con quella difesa che non funziona dai giorni belli in cui Milano batteva Maccabi o vinceva in casa Darussafaka.