Dalmasson: “Partite ogni tre giorni? Non è un problema per chi vorrà giocare i play off”

L’Alma Trieste riempie la calza della Befana con un carico di complimenti da Treviso, quel dolce-amaro di una buona prestazione non coronata dal successo. Resta però una considerazione crescente fra gli addetti ai lavori analizzando la compagine triestina, partita con le dichiarazioni di coach Martelossi post Mantova, per finire con quelle di coach Pillastrini dopo Treviso. C’è però chi come Eugenio Dalmasson deve analizzare quaranta minuti di pallacanestro giocata. C’è più rammarico per l’occasione persa o la consapevolezza di essere sempre più vicini all’essere competitivi con le grandi? “Ereditiamo la consapevolezza che possiamo giocarcela con le grandi, a patto però di avere una costanza di rendimento da tutti gli effettivi. Loro sono simili a noi, fanno del gruppo il punto di forza, con la differenza che il nucleo italiano è più abituato a giocare per l’alta classifica, in tutti gli ultimi campionati disputati. Non è secondario.”

Ha parlato di piccole cose che hanno fatto la differenza. Siamo al difetto di fabbrica o è possibile limare nel tempo questo mini gap? “Dipende da quanto un giocatore è pronto ad investire su se stesso. Per alcuni il tempo di smussare alcuni difetti si sta esaurendo, e come in tutte le situazioni di vita è tempo di fare un bilancio. Stare o non stare a certi livelli è anche una questione di sfumature.”

C’è uno stuolo di sensibiloni che vede con preoccupazione il crescendo di sfoghi verso Stefano Bossi. Non c’è il rischio di addossare troppa responsabilità al giocatore triestino? “Beh, se parliamo di sfoghi non è l’unico a riceverne, chiedere a Prandin per conferma. Ho sempre dato fondamentale importanza al ruolo del playmaker in una squadra, in quanto prolungamento sul campo dell’allenatore; e’ il più bello del mondo, ma anche il più responsabilizzante. Lui sa i motivi per cui io lo incalzo così, perché voglio con tutte le mie forze che diventi un giocatore vero. Fino a prova contraria, fra tutti i “mansueti” allenatori che Stefano ha avuto, io sono l’unico che l’ha fatto giocare, credendoci, in serie A.

Della cattiva prestazione di Green si è già parlato nel post partita. Due parole sul momento di “Lollo” Baldasso, il futuro dell’Alma Trieste? “Torno al discorso del tempo a disposizione. Nello sport professionistico non c’è una riserva infinita, per cui bisogna aggredire l’attimo. Lorenzo può diventare l’arma tattica ideale per la nostra squadra, deve solo decidere se vuol farlo da protagonista con un’ambiziosa Trieste.”

Pragmatici sempre. Se Treviso rappresentava un’opportunità, Ferrara diventa una necessità per non far scappare il gruppo delle 4. Primo obiettivo recuperare il fisico o la testa? “La partita di Treviso ha decretato il nostro buon stato di forma fisica. Quindi non mi preoccupo per la condizione atletica, anche perché non accetto che la mia squadra non sia capace di giocare ogni tre giorni; vogliamo andare ai play off e non ci deve passare neanche per l’anticamera del cervello che sussista questo limite. Incontriamo una squadra che nel quintetto è forse più strutturata di noi, dovremo costringere loro ad allungare le rotazioni facendo valere il nostro roster lungo. Di certo loro arrivano in uno stato mentale nettamente migliore di quello pre-rinvio.”