Keys of the match – Sharks Roseto

Gli "squali" abruzzesi hanno in Adam Smith lo spauracchio offensivo, ma non vivono un momento esaltante, a livello di risultati.

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Arriva la partita più importante della stagione, per tre buoni motivi: per restare agganciati al treno delle migliori quattro, e poter usufruire poi del fattore casalingo nella post-season, per allontanare una squadra come quella di Roseto, pericolosa avversaria diretta. In ultima battuta per confermare un trend casalingo da “grande”, conditio sine qua non per la volata play off. L’Alma lo farà senza l’uomo tattico per eccellenza, “Bobo” Prandin, il mastino preposto per mortificare l’estro di un cannoniere come Adam Smith, fermo ai box per uno strappo di non lieve entità.

Adam Smith, Green ha una grande occasione… – Se Javonte Green volesse in maniera eclatante riprendersi le chiavi della squadra, ha un buonissimo motivo per farlo domenica. L’assenza di Prandin necessariamente costringerà coach Dalmasson ad abbinare l’ala di Petersburg con il pericolo pubblico numero uno Adam Smith, uomo da quasi 25 punti a partita, con il 54% da due, il 41% da tre punti e l’ 84 ai tiri liberi. Dalla difesa sul fenomeno nasceranno le concrete possibilità triestine di portare a casa il successo; operazione non facile. Perché? Semplicemente perché Javonte non può permettersi di spendere troppi falli e nemmeno lucidità, in quanto terminale decisivo della squadra. A meno che Jordan Parks non si travesta da supereroe come nell’ultima uscita in terra estense contro la Bondi Ferrara.

Minare l’autostima calante degli abruzzesi – Se gli Sharks Roseto erano i più pericolosi pesci nella vasca del girone Est di serie A2 ad inizio stagione, oggi sono più simili a dei mansueti…tonni. Nel senso che, da famelici capolisti hanno perso nel tempo l’argento vivo, confezionando un serie di risultati altalenanti: 3 vinte e 6 perse nelle ultime nove uscite, qualche mal di pancia in seno al gruppo (Valerio Amoroso ndr.) e un’ autostima generale scemata. Trieste sa benissimo quanto conti, in casa propria, abbattere le residue convinzioni avversarie dalla palla a due per garantirsi una sfida in discesa. Calcolando poi che la compagine di coach Di Paolantonio non vive il miglior momento di forma, con Todor Radonjic fuori con Verona e Paolo Paci in panchina solo per onor di firma, le rotazioni ridotte rimandano al solito leit-motiv stagionale giuliano, cioè quello di sfruttare tutti gli effettivi per venir fuori eventualmente alla distanza.

Clima, il ruolo decisivo dell’Alma Arena – Molte squadre di questo girone traggono vantaggio dall’ambiente casalingo. Roseto è una di queste, tanto da aver concesso solo a Treviso e Bologna (sponda Virtus) il colpo corsaro. L’Alma Arena da qualche anno rappresenta un fortino quasi inespugnabile, una “casa” calorosa che moltiplica le forze di Coronica e soci. Necessario però che il clima diventi sempre più torrido con l’incedere della stagione, sia perché gli impegni fra le mura amiche di Trieste saranno complessi a dir poco, sia perché le energie calanti dovranno trovare riserve nascoste dal trascinante entusiasmo dei propri tifosi. E in più, Roseto fuori dal fortino di casa fa meno paura, delittuoso non approfittarne.