“Malati di FIBA” e le recensioni: The Basketball Diaries

Il "Basket a bassissima definizione" sceglie come chiave di lettura la recensione di un film che ha la pallacanestro come tema principale.

Si apre la nostra nuova serie di articoli dedicati al mondo del cinema sulla pallacanestro (dedicati a chi come noi ama il basket e il buon cinema??) con la recensione di un film assolutamente imperdibile, coinvolgente, una gemma.

Stiamo parlando di “Chi non salta bianco è”? DiHe got game” forse o di “Rebound”? 

…Nah! Toglietevi subito dalla testa questi capolavori perché la nostra rubrica si occuperà esclusivamente di cinema con la “C” minuscola, di film che hanno fatto il possibile per screditare il nostro amatissimo sport e farci venire la pelle d’oca da quanto imbarazzanti.

Fisico? Ne abbiamo?

La nostra prima recensione, infatti, parla di una pellicola cinematografica del 1995 finita nel dimenticatoio e conosciuta fortunatamente da pochi cinefili masochisti e che noi Malati di FIBA vogliamo proporvi perché trattasi di una perla unica: The basketball diaries con protagonista un Leonardo di Caprio in forma davvero pestilenziale.

Il Film di per sé non è malaccio, se non fosse per il semplice fatto di essere davvero inguardabile e la trama – semmai fosse importante! – è alquanto semplice: un gruppo di ragazzi difficili e simpatici come una colica renale dopo varie vicissitudini si mettono nei guai e cadono nel tunnel della droga. Una storia mai sentita prima.

Il protagonista compare come una promessa del basket liceale e già a questo punto crolla l’intera credibilità del film! In primo luogo perché Leonardo Di Caprio si presenta all’appuntamento con un fisico da lanciatore di coriandoli e in secondo luogo perché le scene di gioco sono veramente imbarazzanti: Leo si muove in campo con la grazia di un ballerino di salsa siberiano, circondato  da compagni di squadra altrettanto scarsi, tra i quali – come se non bastasse! –  un giovanissimo Mark Wahlberg sotto le sembianze di un culturista alto 1 metro e cinquanta che, poco conscio dei suoi mezzi, passa tutto il film a sfottere il mondo intero annunciando 50 rimbalzi a partita (cosa che purtroppo o meglio fortunatamente non avverrà!).

M.J.? Chi???

Per il resto che dire? Il coach è un gran pervertito che dall’inizio alla fine del film cerca di trombarsi Di Caprio, Di Caprio ovviamente si tromba la gnocca di turno, qualche rissa qua e là con il nostro eroe che con dei pugnetti che non stenderebbero un manichino dell’Oviesse mette tutti a posto.

Poi inevitabilmente si entra nel tunnel della droga e il giovane attore, scena dopo scena, ha occhiaie più accentuate di un adolescente brufoloso dopo aver scoperto Brazzers, iniziando a essere un pelino fastidioso.

Brazzers?

L’highlight del film è la sua ultima partita in cui lui e i suoi compagni di squadra sono completamente strafatti di eroina e acidi vari, in completo stato confusionale, si prendono pallonate in faccia ad ogni passaggio e si scontrano l’uno con l’altro con in sottofondo “Riders on the storm” dei Doors che qui pero’ perde molto assumendo connotati fantozziani.

Basta così? Assolutamente no, perché subito dopo c’è il momento top: Di Caprio quasi in fin di vita ha un tiro libero, air ball clamoroso e sviene come un sacco di patate sul parquet.

Non ci credete? Date pure un’occhiata se ne avete il coraggio.

Alla prossima “Malati”!