Analisi (con anello) post Virtus Bologna

Quello che non si vede

Chi vive la pallacanestro la vive per le molteplici sfaccettature: incantato dalle gesta degli atleti, attratto dal senso del dramma legato ad un pallone che entra o esce, stimolato dalle molteplici situazioni tecnico/tattiche sui 28 metri di parquet o chi, come me, innamorato di quello che non si vede. Le partite hanno tante micro storie silenziose che coinvolgono i protagonisti, momenti che accompagnano la settimana in palestra, modi diversi di metabolizzare l’onda mediatica che alle volte spinge alle spalle come un vento favorevole, altre volte inghiotte come un terribile tsunami. Il post derby ha creato delle ferite profonde, elettricità nello spogliatoio per cui era necessario riprendere quanto prima le fila del discorso; il gruppo allenato da coach Dalmasson ha deciso di farlo non tanto calibrando la testa (spesso tirata in ballo anche dal sottoscritto), quanto facendo parlare il cuore. Il valore morale che è proprio di una squadra da agosto, il senso del sacrificio che sotterra ogni personalismo crea quello che si è visto sotto le volte dell’Alma Arena. Ancora una volta Trieste ha dimostrato orgoglio portando a casa un successo insperato, ancora una volta si è superato il limite, accarezzando teneramente i “violenti” detrattori post derby.

Alessandro Cittadini e Andrea Pecile: due modi di trascinare la squadra

Sibillino è arrivato alle orecchie di qualcuno il leggero malessere di Alessandro Cittadini in virtù di una difficoltà ad entrare nelle logiche di sistema; minutaggio sempre più ridotto e coinvolgimento pari a zero. La grandezza di un giocatore sta anche nel pretendere una possibilità e poi dimostrare di meritarla al momento opportuno; il lungo ex Brescia non ha perso tempo, inserito nel quintetto base da Dalmasson ha scatenato la sua voglia di rivalsa dalla prima giocata, convincendo tutto il gruppo a servirgli palloni giocabili. Detto fatto, 12 punti, presenza sia nella produzione che nella fisicità in area pitturata.  Andrea Pecile ha  trovato feeling con l’anello solo nel post partita (capitolo a parte), in una serata che proprio non voleva arridergli dal punto di vista balistico; non ha smesso però di elargire positività, con un atteggiamento propositivo. Ha difeso benissimo su Umeh, si è sbattuto per recuperare palloni e per coinvolgere i compagni (5 assist ndr.); lo si è capito a fine partita che era un uomo in missione con un motivo in più per battere la Virtus, e alla fine è l’Mvp morale della partita.

Tutti allineati, giocatori e pubblico

Hanno reagito i giocatori, il pubblico ha capito quello che poteva essere il giusto atteggiamento verso la squadra. Niente mugugni dopo il 2-7 iniziale, tanto supporto sonoro e presenza degna di nota; il valore aggiunto dell’Alma Arena quindi conferma il suo grado di incidenza, l’azienda Allianz si conferma talismano per imprese giuliane. A proposito, stucchevole secondo il mio punto di vista da parte di alcuni tifosi la questione cromatica sollevata a margine dell’inaugurazione del nuovo parquet, nel giorno dell’ “Allianz-day”. Dunque, in un momento storico dove nessuno scuce un soldo per lo sport, in cui un’azienda storica triestina (seppur ormai sotto l’egida straniera) investe su una tradizione locale regalando il primo parquet chiaro della storia del basket targato Pallacanestro Trieste… e noi ce la prendiamo con il “blu”? Suvvia, c’è tutto il modo di sventolare i vessilli storici biancorossi, l’alabarda non è vilipesa da un contrasto cromatico (peraltro gradevole) a bordo campo, e forza di fare gli integralisti rischiamo di vedere sfide al Bassano o poco più (con tutto il rispetto per Bassano).

Andrea e Giulia, auguri e figli…cestisti!

Un siparietto all’americana ma con l’emotività latina, un giocatore di pallacanestro triestino che sublima i suoi 36 anni a servizio…dell’anello. Così, con senso del dramma unico, la vittoria strepitosa contro la Virtus Bologna funge da virtuale cornice alla proposta di matrimonio verso la sua storica fidanzata Giulia (ex giocatrice). Momenti spontanei, per cui straordinariamente belli (sudore a parte), la scelta di un gesto così importante in una cattedrale riconosciuta da entrambi, simbolo della loro giovane unione e della passione per la palla a spicchi. Il passo è stato fatto, il “si” ha suggellato quella che sarà una fantastica storia da vivere assieme, il loro nido d’amore lo progetterà il sottoscritto (pubblicità occulta)… non potrà che essere un idillio!
Tanti auguri sinceri ragazzi…

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)