Lo sfogo di Giorgio Gandolfi sulla pallacanestro moderna

Dal proprio profilo Facebook un uomo di basket come Giorgio Gandolfi sfoga la propria amarezza verso un movimento che non piace più. Riportiamo integralmente il suo post:

Mi sono stancato! Dopo 40 anni di basket ad alto livello ed in giro per il mondo, voglio esprimere, per la prima volta pubblicamente, le mie opinioni. Perché, direte? Perché amo questo sport, che è stato ed è la mia vita e che ho sempre rispettato e che avrei voluto che fosse sempre rispettato anche dagli altri, ma non è così e che odio vedere così bistrattato.
Va bene che siamo in Italia, ma perché esistono poche persone che ammettono di aver sbagliato? Perché si da la colpa ad uno solo in caso di fallimento e non si hanno le palle di ammettere pubblicamente gli errori? Un fallimento individuale può essere colpa di una persona, ma il fallimento di un traguardo sportivo é colpa di più persone, capo allenatore iniziale ed attuale, assistente allenatore, general manager, dirigenti! Di chi ha avallato certe scelte (mandar via due giocatori con il contratto perché invisi ad alcune persone della società). Siamo così sicuri che, pur presentando, forse, alcune problematiche, non potessero continuare a far parte della squadra? Quali giocatori sono tutta casa e chiesa? E se non lo sono perché non attuare le giuste contromisure, anziché sbarazzarsene, e non parliamo di comprimari? Perché prendere giocatori bolsi o di così scarso livello? Non ditemi che era una questione economica! Forse mancava una profonda programmazione di scouting! Possibile che non vi fossero altri giocatori rispetto a quelli scelti inizialmente e durante il campionato? Nessuna delle squadra che ha fatto correzioni in corso d’opera ha avuto una così scarso apporto rispetto agli innesti di Cremona. Vogliamo parlare di Holloway? Non aveva terminato il campionato per ben due volte volte nelle squadre in cui aveva militato: forse non era sufficiente avere un sospetto che il ragazzo aveva problemi di adattamento?
La mia è solo una disamina di un grande innamorato del basket di una situazione che è precipitata per colpe di molti, non di uno solo e mi spiace tantissimo vedere la squadra della mia città caduta così in basso. Ripeto: le colpe sono di tutti, in misura uguale, non di una sola persona, non facciamo il solito scaricabarile tipico italiano.
Mi sono esposto troppo? Forse, ma non ho paura di esprimere le mie opinioni solo per la grande passione e rispetto che nutro verso questo sport.