Analisi post Imola di Raffaele Baldini

Playoff…da vincere!

“Andiamo a vincerli i play off” dichiarava Gianluca Mauro nella sala stampa post Imola e dentro il gladiatorio sprone c’era tutta l’essenza di un qualcosa di nuovo. Trieste aveva sempre disputato la post-season come un premio da consumare, leggero fardello ma anche debole struttura per obiettivi importanti. Si giocavano partite orgogliose, magari accompagnate da qualche sogno della vigilia, ma sempre con il realismo di aspettarsi la pacca sulla spalla e il commiato anticipato. Oggi non è più così: l’Alma Trieste è arrivata prima in campionato dopo 30 “test” probanti, in coabitazione e sorpassata nel ranking solo per differenza canestri. Oggi ha un roster importante, mix di giocatori navigati come Pecile, Da Ros e Cittadini, americani straripanti atleticamente e pretoriani già misurati con sfide senza ritorno. Oggi la squadra di Dalmasson è investita dei gradi di “big” da tutti gli addetti ai lavori dello stivale, prova tangibile di quanto meriti la posizione da podio. Oggi ha un fortino chiamato Alma Arena, fattore determinante per calore e presenza. Insomma, dall’attore protagonista al tifoso, la sensazione è che si viva l’appendice stagionale con la convinzione di poter fare bene, cullare quei sogni che nascevano prematuri e che potrebbero essere vissuti ad occhi aperti, presentarsi dall’ingresso principale della post-season e con il petto in fuori per dire la propria.

Di fronte la Remer Treviglio, evitata in extremis Casale

Ha senso dire se un’avversaria è meglio dell’altra in un incrocio fra gironi? Forse no, ma opinione del tutto personale è che aver evitato Casale Monferrato non è un male. Treviglio è agli antipodi rispetto a Trieste, gioca per segnare un punto in più delle avversarie, per cui già indirettamente pone Coronica e soci nelle condizioni di lavorare sul proprio credo cestistico, cioè sulla difesa. Una squadra istintiva e abile nel gioco sui 28 metri come quella di Vertemati non vive di esasperati tatticismi, per cui è “leggibile”. Ben più complessa la versione casalese diretta da Coach Ramondino; c’è roster bilanciato e duttile, capace di seguire i dettami del proprio allenatore, abilissimo giocatore di scacchi. Tutto questo considerando che Treviglio è stata una delle poche squadre a vincere all’Alma Arena la scorsa stagione…relatività baskettara da play off.

Tutti Assieme

Perché…perché…perché… i triestini devono necessariamente trovare lo scontro frontale. Fosse un condominio, un supermercato, un palazzetto, la “popolazione” giuliana si divide come Mosè sul Mar…Biancorosso, chi di qua e chi di là. E’ tutta una stagione che curva e resto del palazzo coabitano come  Vianello e la Mondaini a letto: “che barba, che noia” esternata dalla fetta passionale del tifo verso gli imborghesiti delle tribune, dito puntato viceversa per la troppo verace interpretazione del tifo (e qualche eccesso di troppo). Amo lo spirito critico ma in questo caso faccio fatica a capire come possa essere elemento di divisione nel tifo per gli stessi colori. L’espressione del supporto alla squadra viene declinata in modi diversi a seconda di tanti fattori, e vige la democrazia di esternare passione come uno ritiene opportuno. Da che mondo e mondo la frammentazione non crea forza, la squadra per superarsi nella post-season ha bisogno di tutto fuorchè sentire un’anima sulle tribune divisa. Ognuno con le proprie ragioni, senza per forza condividere le filosofie di fondo, ma uniti nel trascinare il gruppo come “sesto uomo”, quello per capirci che ha materializzato il fortino vincente dell’Alma Arena.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)