Il ritorno del Cavalier(o) errante… di Raffaele Baldini

Una favola a lieto fine. Il ragazzino imberbe che lasciava la propria città natia dopo l’infausto fallimento del 2004 (peraltro lui poteva essere il tassello a salvezza della stagione), dopo un lungo girovagare per l’Italia fra Milano, Roseto, Bologna, Avellino, Montegranaro, Pesaro, Varese, con centinaia di presenze nella massima serie, nelle coppe e in Nazionale, torna a casa propria con la voglia di re-indossare la canotta della squadra del cuore. Si, Daniele Cavaliero ha sempre tifato Pallacanestro Trieste, anche quando conveniva esternare altre passioni, anche quando la società era nell’oblìo delle categorie minori.

Il suo arrivo ha letteralmente surriscaldato la rete, i social e la temperatura in terra giuliana in vista dei play off si alza a dismisura. Razionalmente è necessario però soppesare la convenienza o meno del sacrificio societario per portare Daniele in biancorosso; personalmente ha tutta la mia approvazione, nessuna o quasi controindicazione.

GRUPPO – L’arrivo di un nome pesante come quello di Cavaliero può minare l’armonia e le logiche consolidate del gruppo Alma? No, Daniele è un uomo di mondo, sa come ci si approccia a situazioni di questo tipo, è un ragazzo che si fa voler bene. Inoltre, i benefici del campo di un uomo di cotanta caratura sono i benefici del gruppo, sia dal punto di vista dell’ambizione che economico (bonus eventuali play off).

INSERIMENTO NEL “SISTEMA” – Nessuna preoccupazione dal punto di vista dell’inserimento nello scacchiere tattico dalmassoniano. Il gioco fatto di letture e caratterizzato da 3-4 giochi offensivi canonici mette l’esterno ex Varese nelle condizioni di entrare immediatamente nel circuito; inoltre, maggiore è la competenza del singolo giocatore (vedi Cittadini) e maggiore è il beneficio da trarre in questo tipo di filosofia offensiva.

INVESTIMENTO SULL’ “ANTIQUARIATO” – Qualcuno ha parlato di invecchiamento eccessivo del gruppo: Alessandro Cittadini, Andrea Pecile e Daniele Cavaliero nello stesso gruppo può essere un elemento in controtendenza rispetto alla filosofia societaria degli ultimi anni e delle esigenze richieste dal sistema di coach Dalmasson. Un biennale ad un trentatreenne di livello non è un azzardo ma un investimento sicuro, ideale traghettatore verso un obiettivo ormai dichiarato di salire di categoria (non per forza questa stagione); una casa ben fatta ha bisogno di colonne portanti solide.

IL VALORE AGGIUNTO – Pleonastico sottolinearlo ma non è mai abbastanza: un triestino, tifoso della Pallacanestro Trieste, con la canotta biancorossa addosso… farà sempre un passo di scivolamento difensivo in più, un tuffo per recuperare un pallone, sarà uno sprone per i compagni pur di far vincere la squadra della propria città. L’abbiamo vissuto con tutti i predecessori, l’alabarda tatuata nell’anima è il valore aggiunto che genera energie insospettabili. L’Alma potrebbe lottare per la serie A con 4/5 di un quintetto a trazione triestina (Pecile, Cavaliero, Bossi, Coronica)…roba inimmaginabile lungo lo stivale.

COSTI – Non ci è dato sapere i costi dell’operazione, ci basta sapere che entrambe le parti hanno fatto un sacrificio per venirsi incontro e che se il procuratore Sbezzi ha dato la “benedizione”, vuol dire che non c’è stata eccessiva leva sul “ricatto di coscienza”. Come per Cittadini, siamo abbastanza convinti nel dire che l’euforia cittadina per il ritorno di Cavaliero, che si tradurrà in incassi importanti nei play off, potrà ammortizzare di molto l’esborso societario.

In ultimissima battuta, a costo di sembrare noiosamente romantico, un ragionamento che prescinde da mere questioni economiche o da scelte tattiche: il ritorno di Daniele Cavaliero a casa propria dopo 13 anni, per lottare in maglia Alma ad un obiettivo ambizioso come la serie A, potrebbe valere uno slancio emotivo…di quelli in apnea…di quelli che meritano di essere vissuti senza le briglie strette della razionalità.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)