Susy Furlan (Polisportiva Casarsa): “L’emozione più grande? La finale di quest’anno”

Una delle veterane della formazione biancorossa intervistata a 360 gradi, dopo la promozione del suo team dalla Serie C.

Il campionato femminile serie C si è da poco concluso con la splendida promozione in serie B della squadra di Casarsa e già ci mancano le emozioni provate durante l’anno. Per rivivere quei momenti vi proponiamo l’intervista ad una delle protagoniste delle “furie rosse”: Susy Furlan (che ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato):

Susy, cominciamo con le domande di rito sulla tua carriera: quando e perché è nata la passione per il basket? In che squadre hai militato?
“Ho iniziato a giocare a 11 anni a Porcia fino alla maggiore età, poi ho fatto un anno a Udine, uno a Godega e a Codroipo diversi anni fino alla mia prima gravidanza. Ho ripreso poi a Pordenone finché non sono rimasta in dolce attesa per la seconda volta e sono rientrata quest’anno qui a Casarsa. La passione penso sia nata per il mio spirito competitivo .. dovevo scegliere tra ginnastica e pallacanestro… e la ginnastica non prevedeva competizioni ogni week end perciò la scelta è stata facile!”.

Tre parole per descriverti.
“Positiva, tenace (o testarda?), sbadata”

Dopo un’annata così ricca di soddisfazioni, sei prossima ad assaporare la serie B. Quale sarà lo spirito con cui affronterai la prossima stagione? E la squadra?
“Posso dire con certezza che la mia passione per il basket è davvero forte, altrettanto vero è che le mie priorità negli anni sono cambiate radicalmente perciò per il prossimo anno non abbiamo ancora deciso in famiglia cosa ne sarà di me! Se giocherò, comunque, scenderò in campo con la voglia di divertirmi, sentirmi parte di un gruppo e per vincere”.

Tuo marito milita in serie D (non si lamenterà quindi dei tuoi impegni cestistici…) mentre tua cognata è vicepresidente della Polisportiva Casarsa: insomma una famiglia di baskettari la tua.
“…mia nipote gioca, mio nipote anche, mio figlio ha cominciato quest’anno, mio cognato ha giocato anche lui a pallacanestro, i miei suoceri sono sempre pronti a seguirci in palestra e tifare per ognuno di noi: la lista è lunga! Del resto io e Marco ci siamo conosciuti attraverso la pallacanestro! Non vedo perché dovrebbe lamentarsi dei miei impegni cestistici, visto che anche lui gioca…. vuol dire che dovrei lamentarmi anch’io? Comunque noi non siamo fatti così, perché entrambi sappiamo che ne abbiamo bisogno. Che poi ora i propri bisogni passino in secondo piano ai bisogni dei figli è un’altro discorso…”

Come riesci a conciliare tuoi mille impegni, tra il tuo lavoro di edicolante, quelli di casa, il tuo “essere mamma”, con gli allenamenti e le partite?
“La mia giornata è fatta di 30 ore, non sapevi? Magari…. scherzi a parte, il segreto è avere genitori, suoceri e zii sempre disponibili, senza loro non saremmo riusciti a giocare in contemporanea questi ultimi tre mesi”.

Nel tuo tempo libero, che sicuramente non è molto, c’è qualcosa che ami fare e che nessuno conosce? Chi è Susy Furlan fuori dai campi di basket?
“Ovviamente non ho tempo libero!! Però quando ne avrò farò un sacco di cose… sono sempre stata una persona molto impegnata. Adoro cucinare, mi piacerebbe dedicarmi all’arte, farò volontariato e moltissimi viaggi. Intanto nei prossimi mesi mi dedicherò alle sagre che sono il pezzo forte dell’estate!!”

Hai qualche sogno nel cassetto che pensi di poter realizzare?
“I miei sogni li ho già realizzati, però avrei molti desideri. Per citarne qualcuno, provare il paracadutismo e fare un viaggio in India”.

Questo incredibile gruppo di ragazze che compongono la squadra, le avevi già avute come compagne di squadra?
“La maggior parte di loro ha avuto la sfortuna di giocare già con me in passato… invece  Valentina. Elisa, Emma e Elena hanno vissuto “Susy soft” perché non sono più rompipalle come qualche tempo fa. Vorrei far sapere però che quest’anno si è formato un gruppo incredibilmente coeso nonostante gli impegni di ognuna di lavoro, università e famiglia. Certo vincere tutte le partite meno una ha aiutato parecchio, ma credo che ciò che ci ha reso così unite è stato il desiderio di vincere il campionato (e non avere prime donne in squadra!)”.

In questo campionato sei stata una delle artefici principali della cavalcata vittoriosa. Quali sono i segreti per vincere e nello stesso tempo divertirsi?
“Tante sono le cose che incidono, stare in un buon gruppo è sicuramente un buona base di partenza. Ma poi è così bello giocare a basket… come ci si potrebbe non divertire?”

Che consiglio ti senti di dare alle tue compagne più giovani per il prosieguo della loro attività sportiva?
“Giocare a pallacanestro per se stessi, non pensare mai di essere arrivate (perché si può migliorare sempre, anche a 33 anni!) e avere fiducia nelle proprie capacità”.

Cosa diresti alle famiglie che avvicinano il loro figlio o la loro figlia al basket?
“Il basket non è solo fare sport: aiuta i giovani a crescere e insegna loro a stare insieme ad altri. Date anche loro la possibilità di sbagliare e date loro la libertà di crearsi il proprio spazio senza intromettersi. Di allenatore ce n’è già uno per squadra e vi assicuro che basta!!!”

Il ricordo più bello da cestista?
“Che domande… la finale quest’anno! L’emozione provata quando abbiamo realizzato che avevamo vinto il campionato, l’abbraccio con le mie compagne. E’ indescrivibile”.

Alcune tue compagne di squadra ci hanno parlato di un misterioso rito scaramantico che prima di ogni partita mettevate in atto negli spogliatoi. Ora, a campionato concluso (e vinto), puoi svelarci questo curioso retroscena?
“Certo che non si può svelare, e poi il prossimo anno come facciamo??”