L’opinione di Attila Frizzo: deontologicamente corretti

Il basket triestino è giunto al dunque, l’impegno di finale per l’unica promozione in massima serie si sta giocando. Tutti o quasi i mezzi dell’informazione, io stesso incluso, hanno evidenziato i meriti dei dirigenti biancorossi, dell’amministrazione comunale, dello sponsor, del pubblico e quant’altro di positivo durante la meritoria stagione è occorso.

Una positiva particolarità si deve ancora segnalare, anzi rilevare, cioè la signorile, deontologicamente parlando, totale dedizione di tutti i giocatori del roster, di coach Eugenio Dalmasson; a parte le rare giornate negative che a tutti i giocatori del roster senza nessun rapporto con il minutaggio sul campo goduto, tutto il team ha sempre sciorinato la massima dedizione nonchè il totale impegno.

Il doveroso rilievo sui giocatori esalta il dato ottenuto anche dai non pochi cestisti biancorossi che sono consci di non poter oggi sentirsi membri certi di un roster di massima categoria.
L’osservazione di quanto si verificherà se i biancorossi raggiungeranno il massimo dei traguardi, la promozione a spese della Virtus Bologna.

Le ragioni delle indispensabili variazioni del roster comprendono le età anagrafiche di tre o quattro giocatori, i limiti tecnico-agonistici di alcuni giovanissimi atleti che oggi come oggi sono validissimi, di totale affidamento, per cui Trieste ha tutte le ragioni e motivazioni per pretendere, e meritare, il massimo dei risultati.

La rinunciataria prestazione dei giovani e dei senatori biancorossi nel primo confronto di finale contrasta con quanto sul loro comportamento rilevato, la seconda gara sempre in programma a Bologna ci dirà se si è trattato di una suonata eccezionale oppure se le batterie sono del tutto scariche.

 

Attila Frizzo