Longhin: “Alla Ginnastica Triestina per la serietà del progetto”

Due chiacchiere con il tecnico pordenonese, che assumerà un ruolo di riferimento nella storica società del capoluogo regionale.

Abbiamo incontrato il neo Responsabile della sezione femminile della SGT, la gloriosa società giuliana che ripartirà dall’allenatore pordenonese e da Nello Laezza per rifondare il proprio settore minibasket e giovanile. Abbiamo anche parlato del suo ruolo al Basket Motta e come formatore del CNA, dando un’occhiata anche a quanto sta nascendo a Pordenone.

Complimenti per il nuovo incarico, Marzio. Partiamo proprio da qui: quando e come è nata l’idea di sposare il progetto SGT?
“Il primo contatto risale a giugno quando il Presidente Fumaneri mi ha manifestato la volontà di rilanciare l’attività femminile della Ginnastica Triestina che aveva già scelto, in questa ottica, Nello Laezza per la sezione maschile. Nei successivi incontri siamo entrati maggiormente nei dettagli e, grazie anche alla presenza di  Federica Zudetich, che è stata una mia ex giocatrice ai tempi di Cesena e che ricopre un ruolo importante in SGT, ho deciso di accettare la loro proposta. Devo dire che tra i motivi per cui ho sposato questo progetto di rilancio ci sono il mio amore per la città di Trieste, la serietà del progetto ed il privilegio di poter allenare per una delle società italiane più importanti nella storia della pallacanestro femminile”.

Un passato glorioso cui però fa da contraltare un presente con qualche difficoltà in termini numerici e, di conseguenza, qualitativi. Qual è la situazione attuale?
“E’ vero ed è proprio questa presa di coscienza il punto da cui metterci in moto. Attualmente, la sezione femminile ha una ventina di bambine del minibasket, una squadra Under 20 e la prima squadra. Dovremo ripartire da un naturale reclutamento e dalla collaborazione con il Futurosa che al momento è la società di riferimento del basket triestino e con la quale c’è l’intenzione di operare insieme per il bene della pallacanestro femminile della città. Non c’è l’obiettivo di creare una prima squadra scollegata da un settore giovanile, come purtroppo successo per esempio a Pordenone dove, dopo due anni di serie B, la sparizione della prima squadra senza un proprio serbatoio ha creato il vuoto”.

Oltre a te, da chi è composto lo staff dirigenziale e tecnico?
“Personalmente mi occuperò di coordinare l’attività femminile e allenerò la prima squadra, che milita in serie B, insieme al vice allenatore Marco Fornasaro mentre i ruoli saranno invertiti nella guida dell’Under 20. Entrambe le squadre saranno seguite dalla Team Manager Federica Zudetich che si occuperà anche del settore minibasket, compresi reclutamento e progetti scuola, insieme a Nello Laezza che sarà il Responsabile Tecnico per la parte maschile. Come ti ho accennato prima, ritrovo Federica a distanza di tanti anni, dopo averla allenata nei miei anni in Emilia Romagna, il destino ha fatto si che ci ritrovassimo e la sua presenza in SGT è un ulteriore motivo per partire con entusiasmo in questa nuova avventura”.

Reclutamento, progetti scuola e collaborazione. Nel concreto, da dove si riparte per riportare in alto il nome della Ginnastica Triestina?
“Si deve ripartire da una collaborazione con Futurosa, imprescindibile per noi. La Ginnastica Triestina ha un nome importante da spendere, non solo a livello nazionale, ma con umiltà deve prendere atto del presente e di quanto di positivo è stato fatto anche dalle altre società triestine. L’obiettivo non è quello di sostituirsi a nessuno ma di trovare punti di sinergia per il bene di tutti, soltanto dopo aver preso contatti con tutte le realtà del territorio che vorranno condividere con noi un certo percorso si potranno fare discorsi più precisi e concreti. Futurosa ha atlete di interesse nazionale, sta lavorando molto bene, noi dobbiamo ripartire dal minibasket offrendo, al contempo, la possibilità allenarsi e giocare in una prima squadra come la nostra che milita in serie B”.

L’incarico alla SGT segue quello di Responsabile Tecnico del settore giovanile del Basket Motta, dove allenerai anche l’under 13. Due incarichi importanti per società geograficamente distanti. Un impegno non da poco riuscire ad organizzare allenamenti, partite, trasferte. Come farai?
“Lavorando molto e a tempo pieno, comprese le mattine, un impegno full time per due società, con obiettivi differenti perché a Motta il lavoro è maggiormente improntato alla formazione dello staff e alla crescita degli allenatori, in una società che ha già una struttura ed un settore giovanile importanti, in continua crescita visto che il centro minibasket è passato da una cinquantina di bambini ai trecento attuali nell’arco di tre di anni. Per quanto riguarda il minibasket, poi, seguirò in prima persona il rapporto di collaborazione che abbiamo iniziato con il B.V.O.. Ci avvaliamo anche di un preparatore atletico, Federico Daniele, che lavora a tempo pieno e di una psicologa, a disposizione non solo dei ragazzi ma anche di istruttori ed allenatori”.

Oltre a questo, poi, continuerai a fare il formatore per il C.N.A.?
“Certo, questa qualifica prevede i corsi allenatori nel territorio regionale durante il periodo invernale mentre quello estivo è dedicato all’attività di formazione nell’ambito dei corsi nazionali. C’è poi il Centro Tecnico Federale del Friuli Venezia Giulia per la crescita dei giovani allenatori durante gli allenamenti delle varie rappresentative regionali”.

Tanta carne al fuoco, quindi, e tanti obiettivi. Parlando di questi ultimi, quali sono quelli che miri ad ottenere tra un anno a Trieste, a Motta e come formatore?
“Spero di contribuire al rilancio della pallacanestro giovanile triestina attraverso il lavoro che ci aspetta alla Ginnastica Triestina. Passando a Motta, l’obiettivo è di partecipare a campionati di eccellenza nel giro di un paio di anni, ci serve ancora un’annata per formare completamente parte dello staff. Per quanto riguarda la formazione, mi piacerebbe che qualche giovane allenatore friulano, magari pordenonese, potesse intraprendere la carriera di allenatore. Ci sono dei ragazzi giovani, e anche non più giovanissimi, che hanno qualità umane e tecniche per poterlo fare. E’ un percorso difficile, lo so, soprattutto in questo particolare momento storico, ma Pordenone in particolare e la regione, più in generale, ha prodotto negli anni passati tecnici tra i più preparati a livello nazionale. Dobbiamo ritornare a fornire alla pallacanestro italiana tecnici bravi e motivati”.

Non posso lasciarti senza chiedere il tuo punto di vista su quanto sta nascendo a Pordenone, mi riferisco al nuovo progetto F.I.P.P. che riunisce le società cittadine.
“Si tratta di un buon progetto perché è di natura tecnica, Livio Consonni e Dario Starnoni sono due certezze in questo campo mentre Fulvio Silvani lo è a livello dirigenziale. Come tutti i progetti, ovviamente, si dovrà valutare tra qualche anno la bontà del lavoro. Se resterà un progetto tecnico, potrà coinvolgere anche altre realtà. La chiave sarà non depauperare le società del territorio per fare squadre eccellenza, come successo in passato con i risultati e le conseguenze che sappiamo, la via è il reclutamento non all’interno del territorio ma fuori provincia. Ma la vera novità, a mio avviso, è una conferma e si tratta di Cordenons, società che negli anni ha saputo darsi una struttura societaria seria ed articolata, vera garanzia per gli sponsor che, infatti, continuano ad investire dando linfa all’attività giovanile e alla prima squadra. La cosa che mi sorprende è come mai a Cordenons questo sia possibile e a Pordenone no. Ci devono essere dei motivi, forse è più difficile mettere d’accordo differenti realtà”.

 

Simone Pizzioli