I consigli di Artika Wellness

Appuntamento settimanale con la rubrica condotta dal dott. Lorenzo Facchettin, della palestra Artika Wellness.

Il Quadricipite

Composto da 4 muscoli innervati tutti dal nervo femorale, quali:

  • Vasto laterale (VL);
  • Vasto intermedio;
  • Retto del femore;
  • Vasto mediale: formato da due capi, il capo lungo (VML) ed il capo obliquo (VMO).

Tutti loro producono “sommatorie” di forze d’estensione ( = decorso angolare delle fibre del VML e VL) fatta eccezione per VMO che è incapace di produrre una forza d’estensione ma fornisce un vincolo dinamico alle forze agenti sulla rotula in direzione laterale (funzione più stabilizzatrice).

L’allineamento di questi muscoli ne determina infine l’azione a livello del ginocchio.

Pensando ai muscoli come a degli elastici, e suddividendo il quadricipite in 4 corde differenti, comprendiamo come una rigidità di un solo componente abbia un effetto a catena sugli altri e sulla stabilità finale dell’articolazione del ginocchio.

Inoltre, quando si devono scegliere gli esercizi da proporre, sia in ambito prettamente performante sia in quello riabilitativo, è fondamentale conoscere bene la bio-meccanica femoro-rotulea, che è influenzata dai legamenti, dalla geometria ossea e dai vari muscoli (oltre a quelli citati, i muscoli della zampa d’oca ed il bicipite femorale agiscono controllando l’intra ed extra rotazione della tibia).

Vari lavori sul tema hanno evidenziato che la rotula si flette sul piano sagittale di 65°-75° durante la flessione del ginocchio, in leggero ritardo rispetto la tibia.

Quindi: la rotula andrà ad effettuare un movimento a “C” sul piano frontale partendo da una posizione laterale (ginocchio esteso) fino a portarsi mediamente lungo i primi 40° di flessione per poi ritornare lateralmente nell’ultima parte della flessione.

La funzionalità dell’articolazione femoro-rotulea dipenderà dall’abilità dell’articolazione di controllare le forze sul piano sagittale e frontale. Tre fattori chiave:

  1. Grandezza del vettore risultante dalle forze dirette posteriormente;
  2. Lavoro della gravità sulla forza del quadricipite;
  3. Area di contatto tra rotula e femore.

Ad ogni grado di flessione del ginocchio e con l’aumentare della forza di contrazione del quadricipite, aumenterà di contro il vettore risultante posteriormente e la compressione femoro-rotulea (tenuta sotto controllo con angolo di flessione minore di 30°).

Immaginiamo ora quanto può essere sollecitato il ginocchio durante una partita/allenamento di pallacanestro, ove gli arti inferiori sono sempre sotto pressione tra i molteplici scivolamenti laterali, i continui balzi e successivi atterraggi, agli arresti e ripartenze improvvise.

Con il passare delle sedute di allenamento, se non previste sessioni di mobilità ed allungamento muscolare, il quadricipite tenderà sempre più ad irrigidirsi (porzioni muscolari più ed altre meno) e come un elastico, comincerà a trazionare i capi opposti.

Valutazione rigidità: test di Thomas

Test da campo semplice da eseguire in palestra, utilizzato per la valutazione dell’elasticità della catena anteriore con focus sul muscolo ileo-psoas ma utile anche per la valutazione del quadricipite.

Da utilizzare non solo in qualità di test ma anche come esercizio di mobilità per il rachide lombo-sacrale e per le coxo-femorali (anche) oltre che per l’allungamento dei muscoli interessati.

  1. Si distende l’atleta supino su una panca-lettino con le gambe fuori dalla panca-lettino.
  2. Si flette una coscia al massimo verso il busto dell’atleta per valutare la gamba opposta:
  • Se la coscia si flette avremo una rigidità dell’ileo-psoas;
  • Se la coscia si flette e la gamba (porzione ginocchio-caviglia) si estende avremo, oltre alla rigidità dell’ileo-psaos, anche una rigidità del quadricipite;
  • Se si estende solamente la gamba avremo una rigidità del quadricipite.