Anche se il tempo sembra si sia fermato, a conferma della teoria della relatività, in realtà non è così e siamo di nuovo all’appuntamento con i consigli del dott. Lorenzo Facchettin di Artika Wellness.
Adattamento – Carico di lavoro
Uno dei principi cardine al quale mira l’allenamento è la creazione di un adattamento positivo tramite la proposta di vari esercizi (stress positivi) al fine di creare una stimolazione dei meccanismi adattativi dell’organismo. – risposta adattativa specifica/aspecifica –
Per creare un adattamento, inteso come la capacità degli organismi viventi di modificare le proprie strutture/reazioni, in rapporto alle condizioni dell’ambiente esterno nel quale vivono, è fondamentale conoscere le molteplicità di fattori ai quali ci sottoponiamo durante la pratica sportiva.
Parliamo allora del carico di lavoro, modulato tramite stimoli esterni come il volume, l’intensità e la densità di lavoro e dagli stimoli interni determinati dagli adattamenti individuali ad agenti stressanti.
Quindi, in base agli esercizi, adeguati e finalizzati, della seduta di allenamento andremo a creare sull’organismo un cambiamento dello stato funzionale, ricordandoci, sempre, la componente psico-emotiva data dall’esercizio in questione (componente stimolo del carico interno in chiave di allenabilità individuale e/o di gruppo).
A livello didattico, scomponibile, per praticità possiamo distinguere 3 macro-insiemi, per delineare un carico di lavoro, inteso come:
- Di sviluppo: quando il livello del carico è tale da indurre adattamenti positivi;
- Di mantenimento: quando la grandezza del carico rimane in una zona definibile “neutra” tale da mantenere inalterate le condizioni dell’atleta;
- Disallenante: quando la grandezza del carico porta ad un peggioramento della prestazione, o delle capacità funzionali dell’atleta, per manifesta inconsistenza; da ricordare che il nostro organismo ha la capacità di eliminare le strutture che non utilizza.
A tal fine, nella programmazione di una seduta di allenamento e, in senso più ampio, nella pianificazione a lungo termine delle UA (Unità di Allenamento) bisognerà relazionare in modo scientifico le componenti fondamentali dello stimolo allenante:
- Complessità dello stimolo;
- Durata: quanto dura il singolo stimolo o le serie;
- Frequenza: numero di UA quotidiano e/o settimanale;
- Volume: durata e numero degli stimoli per UA;
- Densità: rapporto temporale tra carico e recupero;
- Intensità: quanto forte è lo stimolo dato.
Per comprendere in modo efficace le varie componenti allenanti occorre tener presente i processi biologici che stanno alla base del concetto di adattamento al carico quali:
- Principio dello stimolo efficace: razionale ed in riferimento all’obiettivo;
- Principio della relazione ottimale tra recupero e carico;
- Principio del carico individualizzato, crescente e progressivo;
- Principio dell’alternanza e della variazione ad onde del carico (pianificazione).