I consigli di Artika Wellness

Solito appuntamento con il dott. Lorenzo Facchettin, titolare dell’Artika Wellness, e con la sua rubrica di consigli.

Forza: tecnica e timing esecutivo

Fino a pochi anni fa si pensava che la componente forza fosse determinata in via principale dalla sezione traversa del muscolo e di conseguenza gli allenamenti che si proponevano erano incentrati sull’ipertrofia muscolare. In seguito, negli anni ’80 si ebbe un passaggio graduale all’analisi delle componenti neurali (Sistema Nervoso) capendo dunque l’importanza primaria del sistema nervoso negli allenamenti della forza.

All’interno del nostro corpo abbiamo dei meccanismi che regolano delle risposte riflesse come forma difensiva agli stati di tensione muscolare eccessivi ed alla frequenza degli stimoli nervosi.

Se parliamo dell’allenamento della forza, intrinsecamente menzioniamo la coordinazione inter-muscolare (capacità di reclutamento efficiente dei muscoli) e quella intra-muscolare (capacità di contrazione efficace delle fibre muscolari) fondamentali non solo per un incremento dell’attività di prestazione ma svolgono un ruolo fondamentale anche nella prevenzione degli infortuni.

Esse possono essere allenante con percentuali di carico differenti:

  • Intra-muscolare: miglioramenti evidenti con carichi superiori all’80%;
  • Inter-muscolare: miglioramenti con carichi inferiori all’80%.

Possiamo dire, senza entrare troppo nello specifico, che ogni forma di adattamento del corpo è specifico e situazionale in relazione allo stress ambientale (es. stimolo allenante).

Dobbiamo sempre tener da conto il tempo esecutivo e la tecnica che lo sport richiede. Arriviamo a creare delle sedute di allenamento con schemi motori molto simili a quelli richiesti in performance sapendo che un buon modo per incrementare il carico sollevato in un dato esercizio, nel medio e lungo periodo (una o più stagioni agonistiche), rimane lo sviluppo della coordinazione inter-muscolare tramite l’allenamento della tecnica.

Quando si parla di tecnica non ci riferisce esclusivamente ai fondamentali del gioco con la palla, c’è tutto un mondo prima del sol pensare di prendere un pallone in mano; citiamo la tecnica della corsa, del salto e del seguente atterraggio, delle partenze/arresti, degli spostamenti in direzioni differenti etc. La performance agonistica ha intrinsecamente queste nozioni come base di partenza.

Quante volte si sono visti giocatori molto forti fisicamente (massimali da palestra di tutto rispetto) e poi, in situazione di gioco, non riuscivano a rendere in modo efficace.

Tecnica, allenamento della tecnica dove si è più carenti. La forza viene dopo.

Inoltre, abbiamo citato anche il tempo d’esecuzione del gesto.

Ogni movimento che andiamo ad affrontare ha delle risposte metaboliche molto specifiche relative allo stress subito (allenamento). Se in allenamento ove mi è richiesto di eseguire uno scatto alla massima velocità ed io atleta corro all’80% delle mie possibilità, appare chiaro come in un contesto agonistico non sarò mai in grado di battere l’uomo efficacemente (tralasciamo le componenti psico-emotive della prestazione anche se anch’esse hanno dei risvolti metabolici molto interessanti).

Forse, tra tecnica e timing esecutivo, entrambi legati e dipendenti l’uno dall’altro, la componente più difficile da allenare e da trasmettere all’atleta (ambito dilettantistico nel quale le motivazioni all’allenamento sono molteplici) è proprio il giusto tempo d’esecuzione che richiede un grande dispendio d’energia e tanta voglia di faticare.