I consigli di Artika Wellness

Consueto appuntamento settimanale con l’articolo redatto dal dott. Lorenzo Facchettin della Artika Wellness (trovate il link alla loro pagina Facebook nell’immagine qui sotto)

Fatica – recupero

L’allenamento, processo globale stressante per l’organismo atto a creare degli adattamenti morfo-funzionali in relazione alla specificità degli stimoli ai quali sottoponiamo il nostro corpo.

Al fine di creare i migliori adattamenti possibili bisogna programmare le sedute d’allenamento in modo ondulatorio, alternando i livelli d’intensità e procedendo in modo progressivo con l’incremento del carico totale (interno-esterno) anche pianificando periodi di recupero, molto spesso dalla durata di una settimana, introdotti alla fine di ogni ciclo allenante.

Se dovessimo imbatterci in un mancato adattamento, sbagliando nella valutazione del “carico globale soggettivo” si andranno ad innescare meccanismi biochimici che porteranno il nostro atleta ad una condizione di affaticamento temporaneo e/o cronico fino ad arrivare ad una condizione di sovra-allenamento con stati di overreaching ed overtraining.

Li vedremo nel prossimo articolo capendo come riconoscerli e gestirli.

Oggi parleremo della fatica, colei che influenza in modo negativo la capacità prestativa dell’atleta.

È uso comune pensare alla “fatica” come uno stato che origina prettamente nei muscoli tralasciando la parte più importante, il sistema nervoso centrale.

Esso riveste un ruolo di primo piano gestendo la conduzione delle informazioni neurali con influenza diretta sui livelli ormonali e sull’affaticamento globale, in stretta dipendenza dallo stato psicologico (pensiamo al ruolo della motivazione sulla gestione del dolore).

Come tutto il nostro organismo, anche il sistema nervoso è composto da cellule, mattoncini particolari in grado di trovarsi in due stati differenti quali d’eccitazione o d’inibizione, che si alternano in modo continuo durante tutto il quotidiano e, nella nostra analisi, nell’allenamento.

Queste cellule nervose gestiscono la velocità, la potenza e la frequenza degli impulsi che renderanno la performance atletica ottimale quando prevarrà uno stato eccitatorio rispetto quello inibitorio. Quando subentra la fatica, gli impulsi nervosi cominciano ad essere meno efficienti rendendo la contrazione muscolare più debole e lenta ergo, con una contrazione muscolare prolungata oltre la soglia dell’affaticamento, noteremo un progressivo passaggio da uno stato eccitatorio ad uno maggiormente inibitorio.

Per analizzare la fatica non basta considerare il ruolo del sistema nervoso bensì occorre avere un’occhio di riguardo per i vari metabolismi energetici.

Per esempio, con riferimento alle varie zone d’intensità dei precedenti articoli, se prendiamo in considerazione un allenamento intenso con accumulo di acido lattico, si crea uno stato globale di acidosi che porta a difficoltà nella trasmissione dell’impulso nervoso e successiva contrazione muscolare (ruolo del calcio nella contrazione muscolare).

Più in generale possiamo affermare che con l’aumentare del lavoro da svolgere e, a seconda dell’attività svolta, l’affaticamento muscolare potrà dipendere dalla mancanza di fosfocreatina o del glicogeno. Pensando alla pallacanestro, sport intermittente ad attività prolungata, il ruolo del glicogeno è essenziale per la capacità muscolare di continuare a generare la forza per la contrazione, nonché la capacità di resistere per l’intero allenamento/partita. (tasso del glicogeno pre-partita e ruolo cardine della nutrizione idonea).

Spaziando, riferendoci ad attività prettamente aerobiche non basta considerare l’apporto della fosfocreatina e del glicogeno ma occorre considerare anche l’apporto degli acidi grassi poiché l’allenamento aerobico aumenta la disponibilità di ossigeno e la capacità di ossidazione degli acidi grassi.

Quindi, riassumendo i fattori principali che influenzano l’insorgenza della fatica:

  • Ruolo del sistema nervoso centrale;
  • Ruolo dei metabolismi energetici;
  • Aspetto nutrizionale;
  • Fattori caratteriali e psicologici.