Il contenitore vale il contenuto – di Luca Corsolini

L’era “post Covid19” è difficile, molto difficile, specialmente per quel che riguarda la ripartenza degli sport. Si parla di distanziamento sociale, di come allenarsi ma… una delle tematiche più importanti, che è fondamentale tenere in considerazione, è quella legata agli impianti sportivi.

Luca Corsolini, quest’oggi, ci dà il suo contributo come opinionista.
Ma chi è Luca Corsolini? Scrittore, giornalista e comunicatore, nel suo curriculum ci sono aziende importanti come Sky, Discovery, Adidas ma anche incarichi ufficiali per organizzazioni del calibro di Virtus Bologna Basket, Lega Pallavolo Serie A e Bologna Calcio.

Nomi altisonanti, per un personaggio che arricchisce ulteriormente il panorama di MegaBasket, orientato come sempre a garantire la maggior qualità informativa possibile per il nostro appassionato popolo della pallacanestro.

Il contenitore vale il contenuto: una nuova via per gli sport indoor ( e qui parlo primariamente di basket )

Nella prossima stagione, se e quando si potranno aprire le porte al pubblico, le società di basket si dovranno impegnare in una sfida molto difficile: la capienza degli impianti sarà ridotta, dunque gli incassi saranno inferiori; saranno indispensabili delle ristrutturazioni per rispettare il distanziamento fisico degli spettatori , e anche, a dire il vero, per il distanziamento dei giocatori con panchine più lunghe perché ognuno dovrà avere il suo posto riservato, e questo aumenterà le spese.

Nella transizione dalla quantità alla qualità la rotta sarà indicata da una evidenza: per una volta, sarà più importante lavorare sul contenitore che sul contenuto, impostazione che si tradurrà anche in altre azioni possibili e necessarie per allargare l’ambiente in modalità che abbiamo conosciuto durante l’isolamento ad esempio proponendo incontri con tecnici e giocatori sul web, programmando una distribuzione maggiore, ovvero una condivisione più ampia di informazioni, pure tecniche, from inside to outside per raggiungere anche quei tifosi che non torneranno alle partite.

Dunque l’ambiente sarà persino più importante della squadra. Ognuno al palasport si dovrà sentire come a casa, e appunto della casa dovranno essere riproposti gli ambienti: il salotto sarà l’arena; la cucina dei punti ristoro facilmente raggiungibili, e verosimilmente aumentati per eliminare le code, a meno che non si voglia puntare sulla qualità anche del servizio con la consegna di vassoi al posto; lo studio, anzi gli studi saranno delle social rooms dove raccogliere informazioni, sulla attualità e sulle altre partite, dove interagire con giocatori e coach che dovranno imparare a essere più e meglio sociali e social e pazienza se gli uffici stampa non potranno più nasconderli.

Il luogo più importante sarà l’ingresso, anzi saranno gli ingressi che dovranno necessariamente aumentare per il distanziamento fisico: vetrine dell’ambiente che si scoprirà poi, senza nessuna ostentazione ma con ogni necessaria praticità, dai dispenser per il gel ad altro. Ed è per gestire tutto questo che sarà necessario un healthy manager: indispensabile pensare che aumenti l’accessibilità della società come erogatrice di partite che dovremo allenarci a interpretare come un servizio, mettendo in secondo piano il risultato.

Luca Corsolini