Primo colpo di Latisana: firmato Michele Venturelli

Super colpo di mercato per la formazione del neo coach Dejan Faraglia, che riporta in Friuli la guardia mancina, nell’ultima stagione a Oderzo in C Gold. Lo raggiungerà anche Thomas De Min?

Il nome è di quelli importanti nel panorama cestistico nazionale, avendo vestito nella sua lunga carriera la casacca di formazioni quali Fortitudo Bologna, Vigevano e Palermo, oltre ad aver giocato a La Spezia, Francavilla Fontana, Ostuni, Mantova, Melfi, Palermo e Oderzo.

Un autentico globetrotter dei canestri, Michele Venturelli rientra in Friuli Venezia Giulia e lo fa per difendere i colori della formazione di Latisana, in C Silver, che con questa addizione si candida tra le formazioni di punta del campionato.

Se, poi, la prossima settimana dovesse portare in dote alla società bassaiola anche il si di Thomas De Min, allora i due ex Oderzo formerebbero un’asse fuori categoria per il primo campionato senior regionale.

Guardia mancina classe 1982 di 188 cm per 88 kg, Venturelli è un attaccante di razza dalle grandi doti offensive, sia in penetrazione sia dalla lunga distanza, leader in campo e con quella garra tipica di chi vuole vincere anche durante le partite d’allenamento.

Ritorni in Friuli Venezia Giulia dopo molti anni. Come mai la scelta di Latisana?

“Dopo tanti anni lontano da casa, credo fosse il momento giusto per rientrare alla base. Le ragioni di questa decisione sono legate solo in parte al basket, si tratta della classica “scelta di vita”: mi sarei dovuto sposare ma il Covid ha cambiato un po’ i programmi, abbiamo rinviato il matrimonio al prossimo anno e, così, ho deciso di prepararmi alla nuova vita riavvicinandomi a casa e pensando anche al dopo basket. Latisana era la migliore scelta che potessi fare e sono sicuro che il campo lo dimostrerà”.

Sei stato “vicino” alla firma con Corno: verità o solo voce di mercato?

“Si, c’è stato un approccio con la formazione di Beretta, ma nulla di più”.

Con te e De Min diventereste la squadra da battere. Obiettivi?

“Se Thomas dovesse raggiungermi, sicuramente ne sarei felicissimo sia umanamente sia perché vorrebbe dire puntare ad un campionato di vertice. Credo che al momento, però, si tratti solo di un’ipotesi. Ne sapremo di più tra una settimana”.

Uno sguardo indietro. Cosa ti lascia l’esperienza a Oderzo?

“Potrei dire tante cose, tantissime ma sono diventato grande e allora preferisco glissare visto che è acqua passata. Sicuramente ho avuto un ottimo rapporto con tutto lo staff tecnico, con alcuni compagni di squadra siamo diventati amici e a loro sono molto legato. Dopo tanti anni in giro per l’Italia, ho conosciuto molte realtà, dalle più ambiziose a quelle meno strutturate, da quelle composte di persone con provate competenze a quelle più improvvisate. Allora non posso non dire che ognuno dovrebbe fare quello che è capace di fare: il giocatore deve saper giocare, l’allenatore allenare e gestire un gruppo e il direttore sportivo dovrebbe avere le competenze necessarie per fare il dirigente, specie a certi livelli dove la professionalità è doverosa. Senza nessuna polemica, Oderzo mi ha lasciato poco e quello che mi porto da quell’esperienza non è piacevole”.