
Lo avevamo intervistato poco più di tre anni fa, dopo che erano trascorsi sei mesi dal suo arrivo alla Stella Azzurra Roma, per sapere a che punto era la sua avventura nella prestigiosa società diretta da Germano D’Arcangeli.
A Roma Stefano vi era arrivato dopo aver mosso i primi passi nel minibasket con il Balonsesto e aver svolto i primi due anni delle giovanili prima in maglia Nuovo Basket 2000 Pordenone e poi con gli Under 14 Elite della 3S Basket Cordenons.
Dopo un positivo Trofeo delle Regioni, ecco la chiamata del club capitolino e la decisione di salutare – cosa non facilissima per nessun quattordicenne – casa e famiglia, affetti ed amicizie per seguire il sogno di diventare un giocatore di pallacanestro.
E così Stefano Faloppa, che ora ha raggiunto i 203 cm e che per tre anni ha avuto la fortuna e l’opportunità di crescere anche grazie agli insegnamenti di coach Lorenzo Gandolfi (ora responsabile del settore giovanile di Forlì) e di vincere il titolo italiano Under 15, con un secondo posto alle finali nazionali Under 18, ha maturato esperienza e fatto un bel carico di fondamentali e tornei all’estero che lo hanno fatto crescere, e molto, non soltanto a livello cestistico.
Dopo aver passato un periodo fisico non proprio semplice, che lo ha costretto ad una forzata pausa agonistica, è ritornato in campo ancora più determinato e ha allargato il proprio orizzonte con la decisione di andare a giocare negli States, per inseguire quel sogno che chiunque ami la pallacanestro come lui culla negli anni dell’adolescenza.
Nel 2019 il volo aereo su cui si è imbarcato ha avuto destinazione Holy Cross, una piccola cittadina del Sud New Jersey, dove si trova l’Holy Cross Prep Academy, l’high school in cui Faloppa ha giocato e studiato, conseguendo quei risultati scolastici e sportivi che gli hanno consentito di rimanere anche per la stagione successiva, ossia quella che sta per iniziare.
“Sono contento del mio primo anno qui – ci racconta Stefano – Il college è piccolo, c’è la possibilità di fare bene sia a scuola sia in campo. Avrei avuto l’opportunità di andare in altre high school, magari più grandi e più prestigiose, ma ho deciso di rimanere perché voglio meritarmi qui il diritto di poter giocarmi lo step successivo, ossia una borsa di studio per quello che è il mio sogno più grande: studiare e giocare in un college per i prossimi anni”.
E di chiamate per cambiare casacca Stefano ne ha avute diverse, grazie alle buone prestazioni che ha messo in campo nei tornei AAU, che si svolgono al termine del periodo scolastico e nei quali i giocatori si mettono in vetrina davanti agli occhi dei responsabili dei college, alla ricerca di prospetti nuovi da far crescere tra i banchi di scuola e le strutture sportive.
“Sono stato invitato ad un camp di due giorni in Pennsylvania, la scorsa settimana. Un’esperienza incredibile, tanti osservatori e una struttura con 36 campi da basket, molte partite ed un contesto estremamente organizzato in cui poter dare il meglio. Sono al mio quarto e ultimo anno di high school, sarà fondamentale mantenere, se non addirittura migliorare, la media che ho per poter avere le credenziali di accesso ad una borsa di studio per una Division 1 il prossimo anno. Io ci metterò tutto l’impegno, poi vedremo”.
Andando a rileggere l’intervista di qualche anno fa, Stefano aveva già le idee ben chiare. Alla domanda “Chiudi gli occhi e sogna.. tra qualche anno dove ti piacerebbe giocare? “
Stefano aveva risposto:
“Il mio sogno è arrivare in Eurolega, mi piacerebbe anche andare a studiare e giocare in un college americano”.
Simone Pizzioli

































