Milano non delude i bookmaker e vince senza sforzi 87-65

All'Armani, come previsto, bastano pochi minuti per instradare la gara sui binari desiderati; difficile valutare la prestazione dell'Allianz, martoriata dagli infortuni, e che ha provato perlopiù a "resistere" in questa sfida impari.

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La bora e la pioggia fermano la Barcolana ma non il basket, che prosegue nella terza giornata di campionato proponendo una sfida al vertice fra Trieste e Milano, sfavillante “Dream Team” guidato da Ettore Messina, uno dei semidei della pallacanestro mondiale. Partita difficile? Difficilissima se si guarda il roster meneghino e se si tengono in considerazione le pesanti defezioni in maglia Allianz (Udanoh, Henry, Cavaliero), parzialmente mitigate dal rientro di Mussini, acquisto last minute di questa settimana.

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I QUARTO

Buona aggressività in marcatura per Fernandez e soci, che fanno persino infuriare Messina – che chiama timeout – dopo qualche bel gioco a due in area pitturata (6-4 Allianz); tempo di girare il capo da un lato all’altro del campo e le “scarpette rosse” marchiano un parziale di 8-0 di pura superiorità fisica e tecnica (anche con pressione tutto campo). Con esperienza Roll e Hines predicano basket dal post basso e Trieste si smarrisce intimidendosi e non riuscendo più a “vedere” il canestro: prima frazione già in mano agli ospiti, avanti 24-12.

II QUARTO

Nota a margine, non secondaria: il coach ex San Antonio Spurs salta, sbraita, “guadagna” metri di campo con carisma e con la voce: lectio magistrali sull’atteggiamento vincente. Sul parquet il leitmotiv non cambia e una frettolosa Allianz è preda facile per questa Milano, sopra 39-22; senza un Upson in versione “pesce fuor d’acqua”, il quintetto atipico con Grazulis e Da Ros riesce a frenare l’impeto avversario e restituisce dignità alla prestazione di squadra: Trieste insegue 36-45 fra gli applausi incoraggianti dei tifosi casalinghi.

III QUARTO

Ai meccanismi offensivi innescati ben oliati da Rodriguez solidificano il vantaggio di 17 lunghezze, quando Dalmasson si vede costretto al timeout (53-36). Una differenza importante: lì dove il Chacho palleggia una, due volte, i play giuliani si incaponiscono in lunghe lezioni di ball handling, e anche in questo aspetto si nota il gap qualitativo di cui sopra. Nel dominio odierno dunque, sembra impossibile evitare una prevedibile debacle (69-45 il divario in favore degli “stilisti”).

IV QUARTO

Se non fosse per qualche scemenza arbitrale assolutamente evitabile, la partita potrebbe scivolare agilmente verso la sua naturale conclusione. Al di là dei meriti ospiti, è arduo trovare degli spunti positivi nei dieci di Dalmasson, che oggi hanno palesato alcuni limiti, “specchio” anche di due mercati nettamente distinti, di due budget societari nettamente distinti. Spazio, nel finale, anche per capitan Coronica e per il giovane Arnaldo.

Rodriguez marcato da Fernandez (Foto Panda images)

Allianz Pallacanestro Trieste – A|X Armani Exchange Milano 65 – 87

Trieste: Coronica, Mussini 2, Upson 11, Fernandez 9, Arnaldo, Laquintana 5, Da Ros, Grazulis 8, Doyle 17, Alviti 10. All. Dalmasson

Milano: Leday 18, Moretti 5, Moraschini 8, Roll, Rodriguez 3, Tarczewski 6, Biligha, Cinciarini 6, Shields 13, Brooks 5, Hines 5, Datome 13. All. Messina

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