Un blackout nel terzo quarto e il caso “Henry” condannano l’Allianz: vince Venezia 87-69

Trieste combatte col giusto atteggiamento mentale ma non sfrutta i molteplici "regali" dei veneti nei primi due quarti. Nel terzo quarto l'Umana spazza via i padroni di casa, mentre Dalmasson e Herny continuano a "litigare" silenziosamente sul minutaggio.

Una Trieste in fiducia affronta i “cugini” della Reyer in un derby gustosissimo: i lagunari hanno sofferto qualche acciacco (specialmente Daye, mentre Bramos e Stone non saranno della partita) ma hanno avuto più tempo per “riflettere” sulle recenti tre sconfitte consecutive e per riposare. Il primo ostacolo, però, non è tanto il roster quanto coach De Raffaele: l’acume tattico dell’allenatore livornese si è sempre rivelato un fattore discriminante nelle sfide contro i biancorossi.

I quarto

Clark sfrutta il mismatch favorevole con Fernandez per sfondare la difesa giuliana e una tripla di Watt vale l’8-7; Grazulis è factotum sui 28 metri e il Lobito si “vendica” del pari ruolo con 5 bei punti, innescando il +1 (14-13) per l’Allianz: la gara fluisce sul sostanziale equilibrio nel punteggio. I veneti si ridestano, dopo qualche palla persa, e le ottime medie dall’arco (6/8 a confronto del 3/9 avversario) riportano l’Umana in vantaggio sul finire di frazione (25-21). Convincente la scelta di sfruttare al meglio il quintetto titolare da parte di coach Dalmasson.

II quarto

Ecco le prime rotazioni e Venezia prova la fuga: Doyle è impreciso al tiro ma si fa perdonare qualche ingenuità con un buon apporto difensivo (31-30 Allianz); peccato non aver sfruttato la prestazione sottotono di Casarin (presto sostituito) e peccato sia in panchina il miglior giocatore in maglia Allianz: l’Umana si rifugia nella zona ma Delìa ricuce sul -1 (33-34). Clark è indemoniato e sale a 14 firme personali, il doppio play Cavaliero-Fernandez non “regge” difensivamente; l’unica buona notizia è che Henry non è infortunato: dopo 8 minuti di riposo, lo statunitense torna sul parquet, ma gli ospiti chiudono avanti 41-38.

III quarto

Daye scalda i motori ma Doyle non è da meno: Campogrande infiamma la retina e Venezia scappa sul +9, mentre Henry viene messo nuovamente a riposo (52-43). Il parziale di 17-5 è quantomai indicativo: Trieste ha messo in ritmo gli ospiti (Tonut e Daye, in particolare) e non ha trovato contromisure per arrestare l'”emorragia”. Lo sguardo torvo del n.15 in maglia Allianz è eloquente tanto quanto il gap nel punteggio: terza frazione da “epic fail” per i biancorossi, crollati sotto di 17 lunghezze (66-49).

IV quarto

Upson è l’unico motivo di “gioia” per i tifosi assiepati dietro gli schermi: un bel canestro di Alviti illumina il -11 sull’Allianz Wall (55-66); la Reyer ha perso per svariati minuti il lume della ragione (15 palle perse totali), ma dopo un controparziale di Trieste le bombe di Tonut ricacciano i padroni di casa sotto di 10 (76-66 a 3 minuti dal termine). Dopo troppi minuti in “congelatore”, Henry rivede il campo ma è tardi per provare la rimonta. Ribadiamo: peccato aver gettato via l’occasione di competere per una sfida che poteva tranquillamente essere vinta.

Allianz Pallacanestro Trieste – Umana Reyer Venezia 69 – 87

Trieste: Coronica, Arnaldo, Fernandez 5, Alviti 10, Cavaliero, Da Ros, Upson 16, Delìa 12, Henry, 5 Doyle 15, Grazulis 2, Laquintana 4. All. Dalmasson

Venezia: Casarin, Watt 12, Cerella, Daye, Tonut 23, Chappell 4, Clark 16, Campogrande 12, Vidmar, Mazzola, De Nicolao 3, Fotu 7. All. De Raffaele

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