Arnaldo e Calbini: il debutto in Serie A di due maturandi da otto in pagella

“La Dad è insopportabile, alla Maturità mi costerà un paio di crediti in meno”. “Ormai è chiaro che la Dad facilita chi ha voti bassi e penalizza i migliori”: opinioni di due ragazzi con la media attorno l’otto, che sosterranno l’esame di maturità tra poche settimane. La particolarità è che a parlare sono anche due giocatori di Serie A che, dalla didattica a distanza, avrebbero tutto da guadagnare, tra doppi allenamenti e trasferte: il primo è Andrea Arnaldo, guardia dell’Allianz Trieste, il secondo Lorenzo Calbini, pari ruolo della Carpegna Prosciutto Pesaro. Solo un anno fa erano stelle della Next Generation Cup IBSA (nati nel 2002 avrebbero potuto esserlo a maggior ragione anche in questa stagione) e al top tra i migliori giocatori-studenti di Next Gen Educational, da quest’anno sono nella rosa della prima squadra.

Anzi, per essere ancora più precisi, proprio in questo campionato hanno realizzato i primi punti della loro carriera tra i grandi. Per Arnaldo il momento magico è arrivato a gennaio, contro Cremona: “Quando sono andato in lunetta dopo un fallo subito, mi tremavano le gambe: non le ho neppure piegate tirando, ma ho segnato e il secondo libero è venuto più naturale. L’ultimo tiro della partita invece non lo volevo fare, c’era Graziulis libero ma ho visto che non voleva la palla, anzi mi incitava perché quel tiro da tre punti lo prendessi io e ho segnato”.

Pochi giorni dopo, contro Cantù, Lollo Calbini s’è buttato a rimbalzo offensivo mentre il tempo stava per scadere: “E’ stata una sensazione bellissima anche se inaspettata: in realtà, ho preso la palla e tirato alla cieca, segnando”.

Emozioni che hanno avuto un conto salato da pagare, soprattutto per Calbini che, dopo i primi punti realizzati in serie A, s’è dovuto sottoporre a una operazione alla spalla che lo terrà fuori gioco probabilmente per tutta la stagione: “Tra un paio di settimane riprenderò il lavoro individuale, ma per giocare coi contatti avrò bisogno ancora di un po’ di tempo”.

Anche Arnaldo non s’è fatto mancare niente: “A novembre ho avuto il Covid e ci ho messo tanto per recuperare. Ho condiviso a distanza il momento con Gabriele Procida, amico e compagno di Nazionale”. Due ragazzi particolari, due stelle anche a scuola: “Ho fatto studi tecnici perché voglio iscrivermi a Ingegneria – dice Arnaldo che gioca in doppio tesseramento in B a Monfalcone – il tempo per studiare è poco ma è qualcosa che mi piace e mi risulta naturale: in realtà non ho bisogno di passare tanto tempo sui libri. Cerco di darmi delle priorità e soprattutto concentrarmi: se ho un’ora, stacco tutto, soprattutto il telefono, mi isolo con la musica e cerco di ottenere il massimo”.

“Ci vuole molta energia per studiare, soprattutto quando hai due allenamenti al giorno – dice Calbini – ma si può fare. Frequento l’istituto tecnico agrario Cecchi di Pesaro, sono sempre andato bene a scuola e sono riuscito a conciliare lo studio col basket. Dopo l’operazione ho avuto più tempo da dedicare alla maturità, e mi iscriverò sicuramente all’Università restando nel campo dei miei studi. Non sono un tipo da videogiochi, non ci ho mai giocato. Se ho tempo libero cerco di passarlo con gli amici”.

Arnaldo, brindisino con un contratto fino al 2025 a Trieste, gioca a scacchi, meno pericolosi dello skate, sua passione giovanile: “E’ molto diverso il basket della Serie A da quello delle giovanili, all’inizio faticavo a capire cosa stesse accadendo in campo – ammette – Ma anche stare a guardare è molto importante per crescere, soprattutto se hai dei compagni nel tuo ruolo che ti sono vicini come, nel mio caso, Cavaliero e Fernandez. Ho un bellissimo rapporto anche con Myke Henry: è importante avere dei giocatori attorno che ti possano dare dei consigli da allenatore senza esserlo, quindi in un modo diverso”.

Lorenzo ha un sostegno in più, in casa: suo padre Paolo, ex giocatore della Vuelle, dopo averlo guidato dal minibasket è assistente allenatore di Jasmin Repesa, un tecnico che si spende molto con i giovani: “Coach Repesa è un punto di riferimento, è sentito quasi come una figura paterna anche da giocatori molto più esperti di me. E’ molto esigente, la pallacanestro che trovi in Serie A uscendo dal vivaio è completamente diversa ma farne parte è una grandissima esperienza. E’ anche molto bello giocare per la squadra della città dove sei nato e cresciuto fin dal minibasket”.

Per Andrea e Lorenzo la maturità personale è già stata conseguita, da tempo. Per quella con la M maiuscola, intesa come esame, manca poco. La missione è ottenere il massimo. Anche a scuola.

Uff. stampa LBA