Con troppi errori e poco furore, non si vince: Pesaro piega Trieste 94 – 83

Partita difficile, impervia, eppure Trieste resta a galla sino a metà dell'ultima frazione. Poi, la superiorità qualitativa e la "voglia" premia i pesaresi.

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Presenti a Sassari, presenti anche a Pesaro: i tifosi giuliani fanno sentire la loro voce per sostenere i propri beniamini in questa sfida de-ci-si-va. La nefasta questione Davis è stata la classica “sfortuna che non arriva mai sola”, perché questa fase del campionato era già piuttosto drammatica; per vincere Trieste dovrà non solo ritrovarsi, ma superare se stessa.

I quarto

Lever in quintetto e da subito i lunghi giuliani aggrediscono il ferro (Stumbris è bello reattivo), ma Pesaro non si fa trovare impreparata e sale sul 7-6 grazie a più di un buon contropiede. Ruzzier e Moretti sgusciano ai rispettivi marcatori e sono il fulcro dei loro attacchi, Legovich toglie (troppo presto?) un ottimo Terry (6) per far esordire Spencer e uno schiaccione di Kravic porta la Carpegna sul +5 (17-12); tornati dal timeout Lever innesca un bel parziale di 5-0 ma Trieste non trova ancora la continuità necessaria per difendere bene e attaccare bene: Carpegna avanti 22-21.

II quarto

Campogrande si accoppia a Delfino ma Spencer non è neanche al 60% dal suo rendimento canonico e – nel frattempo – Visconti fa “pentole e coperchi” portando i marchigiani sul 27-23. Dopo un canestro davvero difficile Tambone si fa comminare un antisportivo su Bartley (opaco nonostante i 7 punti), Terry gioca ad altezze impressionanti e i suoi rimbalzi concorrono al sorpasso triestino sul +2 (33-31); una vittoria di Pirro perché le forzature di Bartley (5 le inaccettabili palle perse) vengono sfruttate dai cecchini della Carpegna, che in pochissimi frangenti torna avanti 42-35. La squadra di Legovich si sfalda ancora una volta e solo la sirena riesce ad arrestare una ferita cestistica che sanguina copiosamente (Carpegna al comando 46-40).

III quarto

Nonostante i pochi fischi, Trieste cerca la via del canestro (nonostante la terna non punisca molti contatti) e trova in Lever un top scorer da 13 firme personali: a Pesaro però, basta piazzarsi sull’arco e sparare una tripla dopo l’altra per restare avanti 54-47. Vedere Bartley lasciare comodi spazi a Delfino dopo aver sparacchiato in attacco, è snervante, eppure i suoi 14 punti riportano i giuliani sul -3 (54-57). Lever (19) infila il -1 nella sua partita più bella dall’inizio della stagione, Tambone replica, e Bossi insacca il +2 (63-61) dopo un fallo non fischiato a Spencer: Trieste c’è. Moretti sale in cattedra per i marchigiani nel finale e Pesaro può chiudere avanti 64-63 dopo trenta giri di orologio.

IV quarto

Repesa chiede ancora più fisicità ai suoi, Moretti riprende ad aggredire il parquet e a rimpolpare il suo score (17); Tambone esce per cinque falli dopo il tecnico, Kravic non conosce ostacoli in area pitturata e una bomba da 9 metri di Visconti pare aver spezzato le gambe agli avversari: 76-66 Pesaro. Al terzo erroraccio di Bartley, a 5.52, e al doppio antisportivo per Terry e Visconti l’esito della partita sembra segnato. Sebbene i mismatch favoriscano la Carpegna, ciò che stupisce è la quasi totale assenza di garra, agonismo, negli occhi e nelle gambe dei triestini, che sembrano proprio non voler combattere, sotto di 13 (69-82). Lever gioca al meglio delle sue possibilità (il tecnico era rivedibile) ma le deficienze difensive di tutto il quintetto ospite si traducono in ennesimi tiri aperti, principale “sostanza” del vantaggio nello score: Daye segna il 88-75 a 2.10. Il cronometro scorre e questa contesa premia la maturità di una Pesaro che è stata capace di imporre il proprio gioco sin dalla palla a due.

Carpegna Prosciutto Pesaro vs Pallacanestro Trieste 94 – 83

Carpegna Prosciutto Pesaro: Moretti 20, Kravic 17, Cheatham 14, Charalampopoulos 6, Daye 8, Delfino 5, Totè 3, Visconti 8, Tambone 6, Abdur-Rahkman 7, Stazzonelli. All. Repesa

Pallacanestro Trieste: Stumbris 4, Lever 26, Ruzzier 9, Spencer 4, Terry 10, Bartley 22, Rolli, Deangeli, Vildera, Bossi 7, Campogrande 3. All. Legovich

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