
L’iper-realtà è una rappresentazione che amplifica la realtà fino a renderla quasi mitologica. Colori più intensi di quelli che l’occhio umano percepisce. Dettagli impossibili, come gocce di sudore perfettamente simmetriche o riflessi che raccontano una storia. Espressioni esagerate, ma emotivamente autentiche. Scenari surreali, dove un cantante può sollevare il pubblico con la sola potenza del suo sguardo.
L’AI non si limita a imitare la realtà: la interpreta, la espande, la trasforma.
Il ruolo dell’artista
In questo nuovo paradigma, l’artista non è più solo fotografo. È regista, sceneggiatore, scultore di pixel. Può dirigere la luce senza riflettori. Può modellare l’anatomia senza soggetti. Può creare emozioni visive che nessuna fotocamera ha mai catturato. La collaborazione tra artista e AI diventa una danza creativa, dove l’intuizione umana guida la potenza algoritmica.
Implicazioni etiche ed estetiche
Autenticità: se tutto può essere simulato, cosa resta di “vero”?
Manipolazione: l’iper-realtà può confondere, ma anche rivelare verità più profonde.
Stile: l’AI può emulare qualsiasi corrente artistica, ma l’identità visiva resta nelle mani dell’autore.
Conclusione
La fotografia AI non è la fine della realtà. È l’inizio di una nuova forma di espressione, dove il visibile si fonde con l’immaginato. In questo spazio, il fotografo non è solo un creatore di immagini, ma un costruttore di mondi.
Tutte le immagini originali, da cui poi sono state tratte queste elaborazioni, sono state scattate da Panda images sabato scorso, al PalaRubini, durante la partita Trieste-Trapani
Immagini Panda images
Redazione MegaBasket

































