Derby fra Breg e Bor all’insegna della solidarietà con Basket4Charity

Il confronto del 10 ottobre sarà caratterizzato da un'importante raccolta di indumenti, cibo e generi di assistenza: l'iniziativa è stata lanciata da Klemen Kladnik, allenatore della formazione Under 20 del Breg.

Si terrà sabato 10 ottobre (ore 19.00) la prima “giornata” di Basket4Charity: in occasione del derby della comunità slovena tra Breg San Dorligo e Bor Radenska Trieste, infatti, al PalaKlabjan di Dolina verrà organizzata una raccolta di materiale, indumenti e cibo per le persone bisognose. Un progetto che è partito dalla Slovenia e che sta cominciando a coinvolgere la città di Trieste; sport e solidarietà, un binomio da sempre esistente e che in questo progetto vede come fulcro di tutto quanto Klemen Kladnik.

Il suo nome, per chi è abituato a seguire le “minors” regionali, è ben conosciuto: si tratta di un ex giocatore delle serie maggiori slovene che oramai da molto tempo si è dedicato all’attività di allenatore ed ha ottenuto buonissimi successi, lasciando sempre grandi ricordi anche a livello umano. Breg San Dorligo e Don Bosco Trieste le sue tappe “italiane” in panchina: proprio con la società di Dolina, durante la stagione 2015/2016, guiderà la formazione Under 20 nel relativo campionato giovanile.

Basket4Charity: perchè è nato? Raccontaci un pò la “storia” di questo marchio.
“Basket4Charity è nato un anno e mezzo fa: insieme a Matteo Zanini ho messo sul tavolo un progetto per collegare il basket e la beneficienza. L’idea era quella di fare una partita amichevole tra le stelle del basket sloveno contro le stelle del basket triestino, riempire il palazzetto dello sport di Trieste e dare i soldi dell’incasso a due associazioni che si occupano di beneficenza – una italiana ed una slovena. Per vari motivi, la partita non si è giocata anche se tanti giocatori si sono messi a disposizione, ma l’idea è rimasta viva.

Sei mesi fa ho creato un gruppo su Facebook (utile almeno per questo, se non altro) dove ho invitato amici e conoscenti che ho in Italia. All’inizio erano più o meno persone legate al mondo della pallacanestro, adesso siamo in 150 (più o meno attivi). Facciamo raccolte di cibo, abbigliamento, materiale per l’igiene intima: per ora aiutiamo un progetto sloveno (projekt Botrstvo) ma l’idea è di trovare un’associazione italiana che si occupi di beneficenza e portare le cose che siamo riusciti a raccogliere alle famiglie italiane. Per le famiglie slovene ho fatto un altro gruppo dove facciamo la stessa cosa”.

Secondo te il mondo della pallacanestro è sensibile a questo tipo di argomentazioni? 
“Penso di si. In realtà tutto il mondo dello sport penso sia sensibile a questo: ogni sport, di per sé, significa sacrificio, che sia sacrificio personale (stare lontani dalla famiglia, giocare infortunati o altro), sacrificare il proprio talento per il bene di un gruppo: ogni sportivo sacrifica qualcosa per un bene maggiore. La stessa cosa vale per il movimento Basket4Charity: non chiediamo di “sacrificare” chi sa cosa, ma vogliamo che le persone svuotino gli armadi e “sacrifichino” le cose che non li servono per aiutare chi ne ha bisogno.

Lo sport attrae tanta gente, è proprio per questo che lo si dovrebbe “sfruttare” un po’ di più. Quando ho cominciato col gruppo sloveno avevo fatto un ragionamento: se ho dieci Euro in tasca e devo aiutare una persona, cosa compro? Pane, latte e generi di questo tipo. E se siamo in venti persone con dieci euro in tasca, ognuno di noi penserà più o meno la stessa cosa: così facendo, una persona si trova con dieci chili di pane e venti litri di latte, che non gli servono più di tanto. Ma se le venti persone mettessero i propri dieci Euro, tutto questo crea un “tesoretto” di 200 Euro, con il quale si può comprare qualcosa di utile.

Se a una partita della C Silver vengono cento persone e se sanno che si fa una raccolta di beneficenza, sono sicuro che almeno dieci di queste porteranno qualcosa. Sono già li, in un palazzetto, vengono apposta per vedere la partita – e portano qualcosa con sè. Molto più facile che chiedere a cento persone di portare qualcosa in un magazzino dove non verrebbero mai”.

Sei un po’ un “ponte di collegamento” fra Italia e Slovenia: sul discorso della solidarietà, ci sono differenze particolari tra le due nazioni? 
“Non credo ci sia tanta differenza. Col B4C siamo un po’ agli inizi e per questo forse un po’ meno “risposte” alle richieste d’aiuto che metto su Facebook anche se devo dire che c’era sempre qualcuno che si è fatto vivo e a disposizione. Vedremo adesso come andranno le cose con le raccolte di beneficenza alle partite di basket”.

Qual’è l’intenzione di Basket4Charity, per la stagione 2015/2016?
“Il movimento Basket4Charity, nella stagione 2015/16, vuole coinvolgere tutte le squadre che partecipano al campionato C Silver. Ovviamente prima il Breg, perché alleno qua e mi sembra ovvio cominciare “in casa”, per dopo coinvolgere tutte le squadre del FVG. Al Breg pensiamo di fare una giornata “Basket4Charity” una volta al mese. Se riuscissimo a fare almeno una giornata con ogni società della C Silver sarebbe ottimo”.

Il movimento non vuole essere limitato alla C Silver e al basket – ogni società di ogni sport che vuole fare beneficenza è benvenuta. Non serve neanche che si faccia la cosa sotto il nome “Basket4Charity”, basta che si faccia del bene: trovate associazioni o organizzazioni locali e aiutateli ad aiutare famiglie che hanno bisogno. Se abbiamo mosso l’ambiente nella direzione della beneficenza abbiamo fatto tutto. Che sia Basket4Chairty o “Voglio aiutare” non ha importanza, la cosa importante è aiutare. Se si può, quando si può!”

L’obiettivo che ti sei messo in testa e che vuoi ottenere, magari coinvolgendo dei giocatori di alto livello?
“Il primo obbiettivo è quello di coinvolgere le società di pallacanestro del Friuli Venezia Giulia a fare beneficienza. Un altro passo importante sarebbe coinvolgere anche le società slovene a far parte del movimento. Se posso essere un po’ “romantico” – vorrei un giorno vedere la giornata “Basket4Charity” in tutta Italia, come giornata di porte aperte con ingresso gratis e raccolte di beneficenza.

I giocatori di alto livello sono sicuro che aiuteranno – vorrei però prima fare qualcosa senza il loro aiuto. Non perché non mi servisse un supporto del genere ma perché è giusto cosi. Sarebbe troppo comodo chiedere a ex compagni di aiutare: bisogna cominciare a camminare da soli e poi chiedere aiuto, quando manca “una spinta” per fare un passo avanti. Se non siamo capaci a fare i primi passi da soli allora è meglio se smettiamo subito e dedichiamo il tempo ad altre cose”.

Basket4Charity, quindi, aprirà le danze il 10 ottobre: una data importante, per dare il proprio sostegno a chi ne ha bisogno. Anche il mondo dello sport e delle “minors” possono aiutare: anzi, molto spesso è proprio dal “basso” che arriva la risposta migliore.