Arturas Milaknis, verso le Olimpiadi di Rio a suon di triple

Il ventinovenne tiratore, attualmente in forza all'UNICS Kazan, è stato la rivelazione della nazionale lituana ad EuroBasket 2015.

Arturas Milaknis fotografato nel suo momento preferito: quello del tiro.

Che tipo di giocatore è il lituano Arturas Milaknis? Quando si pensa ai suoi punti di forza ed a ciò che può portare alla squadra, la prima cosa che viene in mente è il suo tiro.

Milaknis è un realizzatore che si può accendere dalla lunga distanza e cambiare il gioco in un istante. Qualcuno lo definisce monodimensionale, spesso vedendolo come un aspetto negativo ma, quando un giocatore fa talmente bene una cosa come lui, un tiratore che può seppellire avversari con una pioggia di triple, non ha senso per un allenatore metterlo in una posizione consona per tirare il più possibile? Per Milaknis, con l’Unics Kazan, è quasi come se l’ordine di coach Evgeny Pashutin sia di tirare solo da dietro la linea dei tre punti. Nella lega VTB, fino a questo momento l’ala lituana di 195 centimetri si è presa solo otto tiri da due, a fronte di quarantotto triple, convertendone una ventina per una percentuale del 41.7%.  Stessa cosa anche in Eurocup, dove il ventinovenne ha totalizzato finora un 4 di 10 da due e 19/41 (46,3%) dalla lunga distanza.

Come può un giocatore essere così letale nelle triple? Milaknis ha una risposta: è sempre stato in grado mettere dentro i tiri in sospensione, facendo questo fin da piccolo.”Da bambino, ero il miglior tiratore in campo. Ho iniziato a concentrarmi su quest’aspetto e tiro sempre molto: anche oggi, alleno il mio tiro da fuori per un’ora prima di ogni allenamento e per un’ora dopo ogni partita.”

A EuroBasket 2015, il capo allenatore Lituania Jonas Kazlauskas ha chiamato Milaknis in nazionale per la prima volta nella sua carriera, ma non lo ha impiegato molto fino all’ultima partita delka fase a gironi, contro la Repubblica Ceca. Era quasi come se l’esperto allenatore lo stesse usando come un’arma segreta. Milaknis, che non si era alzato dalla panchina in due delle prime quattro partite, accumulando un totale di 20 minuti in campo, ne ha registrati 33 contro i cechi, infilando un 4/8 da tre punti. Il suo terzo tiro pesante ha impattato il punteggio sul 44-44 al termine del terzo periodo e il quarto ha dato la Lituania il +1 (63-62) con 6’39’’ da giocare, per poi chiudersi al supplementare che ha visto vincere 85-81 la Lituania ed ottenere la qualificazione.

Ciò ha segnato l’inizio di una striscia di tre partite nelle quali Milaknis è diventato “Mr. Indispensabile” per la Lituania. Nella partita contro la Georgia (vittoria 85-81), ha totalizzato un 2/4 da tre punti poi, nella vittoria 95-85 ai quarti di finale con l’Italia, Milaknis ha convertito tre dei cinque tiri presi da oltre l’arco. E’ stato poi uno dei quattro tiri pesanti siglati nell’affermazione (67-64) con la Serbia che ha permesso alla Lituania di staccare un biglietto per le Olimpiadi 2016 di Rio. La nazionale baltica ha poi perso in finale con la Spagna (80-63) e, in quel frangente, Milaknis ha chiuso con un 1/2 da tre punti: il suo debutto con la nazionale è stato senza dubbio un successo.

Milaknis è come un sacco di specialisti perimetrali, un giocatore di striscia. Nelle sue ultime due partite in VTB, ad esempio, il nativo di Kaunas si è trasformato in tiratore folle, con un 20% di realizzazione: ciononostante, i tiri ricominceranno ad entrare, vista la fiducia che il suo coach Pashutin nutre in lui e che lui stesso si trova molto bene a Kazan, come dichiarato al sito ufficiale della VTB. “Ho sempre pensato che fosse una tipica città russa di provincia, ma ora ho scoperto un lato completamente diverso”, ha detto. “Sto molto bene qui a Kazan, c’è tutto il necessario: ristoranti, negozi e la città è insolitamente bella, moderna e confortevole allo stesso tempo, è possibile percepirne la storia.”

La concorrenza sarà agguerrita per un posto nella squadra olimpica della Lituania. Kazlauskas farà le sue scelte, sapendo già che cosa può garantire Milaknis: per quanto riguarda il giocatore, se dovesse andare a Rio con la nazionale, raggiungerà il punto più alto della sua carriera. Se non dovesse farlo, c’è la sicurezza che ritornerà con il suo club a fare quello che meglio sa fare, ovvero sparare tiri da tre punti.