Pronti per ripartire? Martedì, giornata dedicata al quintetto ideale della settimana, che ci fa analizzare le prestazioni di quei giocatori che sono risultati determinanti per i risultati positivi delle rispettive formazioni.
PLAYMAKER: lo inseriamo nel ruolo di playmaker, lui che può portare palla senza problemi ma che ha anche un istinto offensivo molto sviluppato. Stiamo parlando del “Killer di Ruda”, Daniel Tonetti (Calligaris Corno di Rosazzo), che tiene fede al suo soprannome risultando mortifero per la malcapitata Emme Retail Mestre: il giocatore di Rovere, per l’occasione in panchina al posto del raffreddato Cittadini, lancia i seggiolai ad inizio partita e poi nel finale, quando Mestre sembra poter dare veramente filo da torcere alla Calligaris, si inventa cinque punti di fila che aprono un miniparziale. Determinante, nel frangente, per lanciare verso i due punti la propria formazione; le sue cifre raccontano di 22 punti (4/7 da due, 4/6 da tre, 2/2 in lunetta), 5 rimbalzi, 4 assist e 3 falli subiti. Se ad inizio campionato Corno di Rosazzo aveva sentito tremendamente la sua assenza, ora che il “Killer di Ruda” è tornato ad offrire il rendimento abituale ecco che anche i risultati ne hanno risentito positivamente.
GUARDIA: Devid Noselli (CBU Udine) è uno di quei giocatori ai quali non si può attribuire un ruolo definito. E’ un playmaker? No, perchè ha degli istinti offensivi di primo livello, ai quali unisce la capacità di trovare il canestro praticamente in ogni modo; è una guardia? Non è un colosso e non ha l’altezza tipica di chi può giocare per molti minuti in quel ruolo. Ma che cos’è, allora? E’ un tremendo realizzatore, che fa le fortune della CBU Udine: contro Cussignacco, in una partita sentita, non si è fatto alcun problema nello sforacchiare la retina con continuità, collezionando ben 28 punti e lasciando con l’amaro in bocca la compagine di coach Rizzo. Scuola Snaidero Udine, classe 1991, Noselli è il tipico esempio di giocatore che si trova benissimo in un posto e rende davvero tanto: la CBU ne ha fatto il suo leader designato e, fino a questo momento, ha fatto più che bene perchè il suo rendimento sta soddisfacendo in maniera continua.
ALA PICCOLA: la menzione come “3” della settimana va allo sloveno Gregor Devetak (Ferroluce Asar Romans). Il figlio d’arte, suo padre Tedi è uno stimatissimo allenatore, è uno di quei giocatori che magari non si notano troppo in campo, ma è di un’utilità estrema. Non è una stella, ma non vuole esserlo: lui fa quello che serve alla squadra per vincere e dunque va in campo con l’obiettivo di fare lavoro sporco, difendere forte e, quando possibile, prendersi anche qualche responsabilità e qualche tiro in più. A 36 anni (è nato nel 1980) e con diverse esperienze fra Slovenia e “minors” del Friuli Venezia Giulia, si tratta di un elemento di assoluta concretezza e soprattutto è un perfetto collante fra il reparto esterni ed i lunghi della Ferroluce. Nella partita con Grado, al “Basket Day”, si è reso protagonista di un primo quarto fulminante, con dieci punti e un paio di iniziative preziose per i compagni, propiziando l’immediato allungo dei romanesi che ha portato poi alla conseguente vittoria.
ALA FORTE: Come si può non citare Dalibor Petrovic? Lo sloveno della Energy Lab Falconstar Monfalcone è un perfetto esempio di come, a quasi quarantuno anni, si possa ancora essere più che competitivi. Certo, c’è l’Eurolega nel suo passato, ma non è mai facile passare attraverso le “minors” dopo aver giocato per diverso tempo ad alto livello, anche perchè le botte e le sportellate non mancano di certo. Lui, invece, si è più che adeguato e dopo anni fra Serie C2 e D, è salito ulteriormente: in C Gold, con arbitraggi più attenti, un giocatore tecnico come lui non può che trarne giovamento e oltretutto le sue qualità offensive sono indiscusse, come ha mostrato anche nel derby con Spilimbergo. Per Petrovic, alla fine, sono arrivati 26 punti in 35 minuti, con 6/7 da due, 3/8 nelle triple, 5/5 ai liberi, 7 rimbalzi, 4 falli subiti e anche 2 assist. Come il vino buono, invecchiando migliora…
PIVOT: un plauso al lungo dello Jadran Trieste, Carlo De Petris. Due metri abbondanti classe 1992, questo filiforme biondino non sembra uno di quei giocatori che fa della fisicità il suo punto di forza, invece rimane il più classico esempio del “mi spezzo ma non mi piego”: durissimo e concreto, è diventato in pochi anni il pivot di riferimento della formazione carsolina, a suon di sportellate dentro l’area e qualità a livello offensivo. Anche contro Bassano, “Charlie” non ha fatto prigionieri, sfruttando benissimo gli assist dei compagni e riuscendo a sbaragliare il reparto lunghi veneto: 25 punti per lui, con 11/18 da due e 3/6 nei personali, dati ai quali ha aggiunto anche 12 rimbalzi, 5 falli subiti e 2 assist. In estate, Peter Franco ha annunciato il ritiro a 38 anni dopo aver custodito l’area dello Jadran per tantissime stagioni: coach Mura, però, aveva l’erede in casa…
SESTO UOMO: la Fluid System 80 Tarcento ne vince un’altra, questa volta in casa contro l’Unione Basket Padova, e continua a condurre un campionato di altissimo spessore. A parte i “soliti” Claudio Munini, Federico Vidani e Federico Bellina, però, c’è un giocatore che silenziosamente si sta rendendo davvero utile alla causa. E’ Alberto Ganis, ala di 196 centimetri classe 1990 che è rientrato in Friuli Venezia Giulia direttamente dagli USA: è rientrato con maggior consapevolezza e con una notevole durezza mentale, mettendosi subito a disposizione di coach Andriola, per il quale gioca principalmente nel ruolo di “4”, ma può evoluire anche come ala piccola pure se è più utile contro i lunghi avversari. Nella partita con Padova, ha giocato come il più classico degli “uomini – utilità”, senza sprecare nemmeno un pallone: 15 punti in 28 minuti, tirando con 4/5 da due, 1/1 nelle triple, 4/4 in lunetta, recuperando tre rimbalzi e subendo altrettanti falli. Ha sfruttato al meglio gli spazi concessi dalla difesa, che si concentrava principalmente sul trio Vidani – Munini – Bellina, ed ha fatto più che bene.
COACH: menzione per coach Andrea Gregori, allenatore della Pallacanestro Monfalcone. Anche questa volta, la sua “Piemme” ha festeggiato una vittoria: e quale occasione migliore, oltretutto, per dare il benvenuto al primogenito di Francesco “Scottie” Tomasin, uno dei personaggi storici della società. Oltre alle ovvie felicitazioni sul piano umano da parte di tutta la redazione di MegaBasket, a Monfalcone si festeggia anche sul lato sportivo, con una bella prestazione ai danni del Basket Perteole di Andrea Beretta: venti minuti di difficoltà, con Marras e soci avanti di tre punti, poi un perentorio 18-2 nel terzo periodo ha chiuso ogni discorso, mettendo i due punti nelle mani della compagine “bisiaca”. Bisogna rendere merito al coach triestino, che sta gestendo al meglio il gruppo e ruotando gli uomini con saggezza, anche quando si tratta di tenere qualcuno in tribuna.