Il Pagellone di Oscar Eleni

Da: Indiscreto.info a cura di Oscar Eleni

10 Per Edgar SOSA che dovrebbe far riflettere chi va a cercare statistiche e non uomini. Lui, per la verità, nel nostro basket, ha buonissime cifre, ma è quello che trasmette. Certo conta anche Sandrokan Dell’Agnello, che ha fatto diventare duttile persino Gaddefors, un talento che un tempo sognava la NBA e ora si sbatte in terra di lavoro anche con mansioni umili.

9 Al Dominic WATERS che ha tirato fuori dalle acque limacciose i tanti stranieri dell’Ottobre Rosso che proprio non capiscono dove sono arrivati, anche perché a Cantù quelli che potevano spiegare certe cose, raccontare una grande storia, sono fuori dalla società.

8 A Romeo SACCHETTI per lo stile mentre affondava la spada fra le scapole della sua amatissima Sassari. Non credevamo che potesse stare fra le prime otto dopo dieci giornate. Ci ha smentito. Ancora una volta, e allora viva il suo libro natalizio “Il mio basket è di chi lo gioca”.

7 Al BASCIANO presidente della Lega Nazionale per la misura, le visioni, per quello che trasmette guidando la seconda Lega con l’orgoglio di aver creato qualcosa che, molto spesso, fa sentire secondi quelli che stanno al piano di sopra.

6 A CROSARIOL, sperando che non ci faccia pentire, per aver ritrovato qualcosa perduto chissà dove, quello che aveva sprecato nei giorni in cui eravamo sicuro di aver trovato un centro di livello internazionale. Se tornerà brutto anatroccolo ce la prenderemo con Esposito che lo ha risanato e ora deve far di tutto per proteggerlo da se stesso.

5 A REPESA, così impara a guidare imbattuto il campionato, perché prendendo Raduljica si è dimenticato di osservare come lo gestiva Djordjevic in Nazionale. Jasko ha sempre detto che l’uomo dell’Harley Davidson estiva è uno intelligente, ma i serbi, che forse lo conoscono meglio, hanno sempre avuto in panchina anche il sussurratore a questo tipo di cavalli. Sembra una banalità, ma il particolare sfuggito sta creando confusione nella Milano che non può mancare i play off dell’Eurolega tormentone.

4 A PASQUINI non tanto per il periodo oscuro che tiene comunque Sassari fra le prime otto, tanto per capire che campionato stiamo vedendo, ma per l’illusione di poter avere da Lawal quello che non hanno visto in tanti dopo la sua prima ed effervescente apparizione italiana. Speriamo abbia ragione, ma ci resta il dubbio anche perché uno che lascia Cantù e raggiunge Sassari dicendo ‘voglio vincere’ è uno che doveva pensare la stessa cosa dove comunque lo pagavano anche bene.

3 Ai CANTORI di partite, tipo quella vinta da D’Antoni sul campo di Golden State, dove hanno tirato 88 volte da 3 punti. Sarà anche il futuro, ma a noi questo tiro a segno porta un principio di nausea. Certo tanta felicità per il campionato di Houston, ma caro Arsenio, come era bella la tua difesa e la squadra che ti seguiva.

2 Agli ITALIANI nel MONDO del grande basket che i boccadoro nostrani vorrebbero far raggiungere presto dai nostri presunti talenti. Tutti hanno una teoria e l’ultima, quella di Pozzecco su Ale Gentile pronto per la NBA più che per questo basket, ci spiazza davvero. Certo lui è geniale e forse ha visto giusto. Speriamo per Gentile che a Houston o altrove la pensino così

1 Per VARESE, come squadra, come società, perché le facce che abbiamo visto nel giorno del derby perduto contro Cantù spiegano meglio di ogni altra cosa il malessere di un gruppo dove tutti scaricano sul vicino colpe che sono collettive.

0 Al FENERBAHCE che ha rinnovato fino al 2020 i contratti con l’allenatore Obradovic e il general manager Gherardini sapendo che la strada per il successo, anche con una finale in casa, non sarà facile. In questo modo ridicolizzano il basket italiota perché da noi dirigenti così lungimiranti fanno ridere. Vuoi mettere la scuola zampariniana, poi si è visto al Maccabi prima ancora che a Cantù: cambi allenatore e vinci quasi subito. Dispiace per i tecnici che aspettano di tornare in gioco, ma la strada giusta è quella del Fener, non di Ottobre Rosso o di chi cadrà in tentazione ascoltando il borbottio di cerca sempre un alibi e scarica tutto su una persona quando il difetto è di una società.