Lucca contro Schio, si punta al titolo

Coach Giuseppe Piazza: "Parliamoci chiaro, dobbiamo giocare "da Lucca". In questi anni ci siamo guadagnati il loro rispetto e sappiamo di non poter contare sull'effetto sorpresa".

Un momento di esultanza per Lucca.

Lucca contro Schio, un anno dopo. Ancora una volta, ad un anno di distanza, le due formazioni più forti del campionato si ritroveranno faccia a faccia per la conquista del tricolore. La serie, a differenza della scorsa stagione, iniziarà al PalaRomare di Schio con garauno e due, in programma rispettivamente domenica 30 aprile alle ore 18 e martedì 2 maggio alle ore 20:30 (entrambe in diretta su SportItalia).

Parliamoci chiaro, Schio è la squadra favorita, la più completa, fra le otto in Europa, con una bacheca da far invidia e chi più ne ha più ne metta. Ma cosa significa questo, che tutto è già scritto, che è una missione impossibile? Assolutamente no, perchè ci hanno insegnato che mai darsi per sconfitto prima di lottare, mai gettare la spugna ancor prima di cominciare ed è proprio per questi motivi che Gesam Gas&Luce, fin da garauno, lotterà su ogni pallone come se non ci fosse un domani, getterà sul parquet tutta la grinta possibile per conquistare la vittoria. Avete capito bene, la vittoria, perchè l’unico obiettivo è quello di portare a Lucca questo trofeo, il più difficile, il più bello.

“Qualsiasi cosa si dica prima di affrontare una finale può sembrare scontato – le parole di coach Giuseppe Piazza -. Affermare che vogliamo vincere, ma che non siamo certamente i favoriti è banale, ma sono anche due verità. Abbiamo giocato numerose finali con Schio e le abbiamo sempre perse, non può essere un caso, ma fortunatamente nello sport non sempre vince il più forte ed anche questa volta abbiamo forti motivazioni per provare a sovvertire il pronostico. Ci siamo guadagnati in questi anni il loro rispetto e quindi sappiamo che non possiamo confidare nell’effetto sorpresa; dovremo quindi semplicemente giocare “da Lucca”! O meglio essere ancora più Lucca del solito che significa esaltare le nostre qualità, l’identità ben definita che anche gli altri, addetti ai lavori compresi, ci riconoscono. Solo mantenendo questo tipo di atteggiamento con continuità nei quaranta minuti potremmo essere competitivi, anche perché concentrarsi sul neutralizzare le tantissime armi a loro disposizione potrebbe essere dispersivo e fuorviante”.