Alberto Billio: “Reyer, la prima stagione con lo scudetto sul petto”

L'assistente del team orogranata parla dopo la vittoria nella finalissima di playoff contro Trento.

La prossima, per Alberto Billio, sarà la sedicesima stagione in orogranata, la dodicesima consecutiva da assistant coach della prima squadra maschile dell’Umana Reyer. Ma, nonostante la lunga militanza nel basket di vertice, sarà la prima con il tricolore sul petto. “Avevo conquistato una Coppa Italia, una Coppa Saporta e raggiunto per due volte la finale scudetto, ma non ero mai riuscito ad alzare la coppa per la vittoria del campionato. Quella di Gara6 a Trento, dunque, è stata una splendida prima volta”.

A quasi due mesi di distanza dal giorno della vittoria del campionato, Billio prova a rileggere adesso, a bocce ferme, la strepitosa annata dell’Umana Reyer. “E’ stato un successo costruito partita dopo partita, giorno dopo giorno, in cui siamo stati bravi a capitalizzare ogni esperienza fatta. I vari episodi capitati durante l’anno ci hanno dato solidità, perché il gruppo ha saputo sempre reagire in maniera positiva. Secondo me i momenti salienti sono stati soprattutto due: la prima è la partita di Izmir nei playoff di Champions League, la seconda Gara6 di semifinale ad Avellino, che ci hanno dato consapevolezza delle nostre possibilità”.

E poi la festa… “Il modo di celebrare lo scudetto ha rispecchiato la particolarità del modo di vivere dei Veneziani. La sfilata prima in centro storico e poi in terraferma ci ha dato modo di unire tutto il territorio e di sentire una Venezia veramente unita. E’ stato bellissimo svolgere una sorta di filo d’Arianna che ha legato i vari quartieri della città, da piazza San Marco a piazza Ferretto. A raccontarle a chi non le ha vissute, sono situazioni quasi surreali, pensando ad esempio alla tanta gente che c’è stata vicino, fin dal Canal Grande, fermandoci, salutandoci e manifestando la loro riconoscenza nei nostri confronti”.

Adesso, confermarsi sarà ancor più difficile che vincere: Billio lo sa bene e, nonostante stia ricaricando le batterie in qualche giorno di ferie tra i monti (in una località che tra pochissimo ritroverà sotto una veste professionale…), ha già ben chiaro quale sarà il lavoro da svolgere per far sì che la squadra si presenti pronta al primo appuntamento della nuova stagione, la Supercoppa. “Fine settembre può sembrare lontana, ma è veramente dietro l’angolo. Quando inizi la preparazione, un giorno tira l’altro e improvvisamente ti trovi proiettato verso il primo appuntamento ufficiale. Ecco perché ogni ritiro va affrontato con il giusto impegno, la massima concentrazione, le idee ben chiare. Anche perché poi, durante la stagione, il tempo per lavorare, visti i tanti impegni e le tante partite che ci aspettano, sarà decisamente minore. Abbiamo l’opportunità di partire da un punto importante: la stagione precedente che, anche al di là dei risultati, ci ha dato ulteriore solidità come staff e come squadra. È stato fatto, da parte di tutte le componenti, a partire dalla Società, un lavoro significativo e professionale, che ci ha dato una dimensione importante e una strada altrettanto importante da poter percorrere”.

E il campionato si presenta ancor più equilibrato? “Direi proprio di sì. La concorrenza è aumentata, con squadre che si sono realmente rinforzate e con il ritorno di una società storica come la Virtus Bologna. Giocheremo con lo scudetto sul petto e tutti si presenteranno contro di noi al top per cercare di vincere, ma noi dovremo essere pronti ad affrontare ogni singola partita come una finale”.