Giacomo Rossi (Stella Azzurra Roma) dirigente dell’anno in Serie B

Il dirigente stellino: "Si tratta di un riconoscimento ad una squadra e ad un club che l'anno scorso ha sorpreso tutti".

Giacomo Rossi ha ricevuto a Bologna il premio Dirigente dell’Anno della Serie B 2017/18 nel corso della presentazione dei campionati della Lega Nazionale Pallacanestro. Il riconoscimento al direttore sportivo nerostellato va a sottolineare la storica semifinale-playoff raggiunta nella scorsa stagione dalla formazione nerostellata, la più giovane di tutta la terza serie nazionale. Ricevuta la targa dalle mani della mamma di Gabriele Fioretti le prime parole di Rossi sono proprio per Gabriele, il general manager della Pallacanestro Biella prematuramente scomparso nel 2014, a cui il premio è intitolato.

“Ricevere un premio dedicato alla memoria di Gabriele è decisamente toccante. Lui è arrivato ad essere un general manager facendosi tutta la “gavetta”, partendo dall’essere addetto stampa fino a diventare uno dei migliori dirigenti d’Italia. Un percorso “a ostacoli” che puoi superare solo se hai un’immensa passione per la Pallacanestro. Spero di potermi un po’ avvicinare non alla sua bravura, ma almeno alla sua passione”.

Cosa significa questo riconoscimento?
“Credo sia un riconoscimento ad una squadra e ad un gruppo di giocatori che lo scorso anno hanno sorpreso tutti, anche noi stessi. Ma mi piace pensare che sia anche un premio ad un Club che ha deciso di investire tantissimo nel “dietro le quinte”, aggiungendo persone dedicate non solo a ciò che succede in campo, ma a tutto ciò che succede attorno. Oggi la Stella Azzurra è di fatto un’azienda con oltre 40 dipendenti. Ci vuole un bel po’ di coraggio ad investire e credere nel percorso che queste persone fanno con noi, piuttosto che nel prodotto finale. Senza di loro non avremmo mai avuto una squadra senior in semifinale promozione, una giovanile vice campione d’Europa e tutte le formazioni giovanili tra le prime quattro d’Italia. Mi ricordo ad esempio che da dicembre a febbraio siamo stati “in tour” tra Europa e America e abbiamo passato più o meno 6-7 giorni in Italia. Tutto questo sarebbe stato impossibile senza l’organizzazione che è in grado di garantire la Stella”.

Quanto ti rende orgoglioso aver portato un premio di questo tipo nella bacheca della Stella Azzurra?
“Essere dirigente alla Stella Azzurra mi fa sentire veramente “piccolo” se penso a chi mi ha preceduto e a chi mi ha accompagnato in questi 9 anni. Molto di ciò che ho imparato lo devo a loro, a Stefano Sbarra, a Lilli Mauriello e a tutti quelli che mi hanno “sopportato”…”

Qual è il ruolo del dirigente nelle società cestistiche italiane in questo periodo storico?
“Sono felice di ricevere un premio da “dirigente”, una figura che nel contesto italiano non ha ancora una sua autonomia. Chiunque lo può fare. E chiunque lo può fare sia bene che male. Vista l’importanza del ruolo sarebbe bello che il dirigente diventasse un vero posto di lavoro, con oneri e onori, invece adesso nella stragrande maggioranza dei casi ricade tutto sulle spalle di tanti ragazzi che con sacrifici di ogni tipo ci provano fino a quando poi lo sforzo non vale più la pena. Ecco, non è giusto così, ci sono tantissimi ragazzi anche più bravi di me che meriterebbero di poter pensare che fare il dirigente nel mondo del basket sarà il loro lavoro”.